Addio alla birra? Ecco l’ultima vittima del clima impazzito

Entro la fine del secolo il prezzo della birra potrebbe aumentare a dismisura. E la colpa è da imputare ai cambiamenti climatici. Lo rivela un nuovo studio, guidato dai ricercatori dell'Università della California, Irvine

Entro la fine del secolo il prezzo della birra potrebbe aumentare a dismisura. E la colpa è da imputare ai cambiamenti climatici. Lo rivela un nuovo studio, guidato dai ricercatori dell’Università della California, Irvine.

La birra è la bevanda alcolica più popolare al mondo per volume ma rischia di essere accessibile solo a pochi visti gli elevati costi futuri. La siccità e le ondate di calore, esacerbate dal riscaldamento globale legato all’attività umana, secondo gli scienziati, porterà a un netto calo delle rese delle colture di orzo, l’ingrediente principale della birra.

Utilizzando una serie di modelli, essi hanno dimostrato il potenziale rincaro dei prezzi della birra considerando scenari basati sui livelli attuali e previsti di combustibili fossili e sulle emissioni di anidride carbonica. Nel peggiore dei casi, le parti del mondo in cui viene coltivato l’orzo – comprese le Grandi Pianure settentrionali, le praterie canadesi, l’Europa, l’Australia e la steppa asiatica – vivranno periodi più frequenti di siccità insieme a ondate di calore, causando un calo delle rese agricole dal 3 al 17%.

“Gli attuali livelli di consumo di combustibili fossili e di inquinamento da CO2 – come al solito – porteranno a questo scenario peggiore, con più estremi climatici che incideranno negativamente sul paniere della birra mondiale”, ha detto il co-autore Nathan Mueller. “Il nostro studio ha dimostrato che anche un riscaldamento modesto porterà ad un aumento della siccità e ad eventi di calore eccessivo nelle aree di coltivazione di orzo.”

Secondo quanto ipotizzato, la fornitura di birra potrebbe diminuire del 16%, una quantità paragonabile al consumo degli Stati Uniti. Le condizioni climatiche e tariffarie future potrebbero quindi mettere la bevanda al di fuori dalla portata di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Solo il 17% dell’orzo del pianeta viene utilizzato nella produzione della birra. La maggior parte viene raccolta come mangime per il bestiame. Questo crea un conflitto nei decenni a venire: i produttori daranno la priorità agli animali, tra l’altro destinati al nostro consumo, rispetto ai bevitori umani? Introducendo un calo della fornitura di orzo nel loro modello di equilibrio generale, i ricercatori hanno costantemente riscontrato che il grano destinato alla produzione di birra diminuirà ancora di più.

Lo studio, pubblicato su Nature Plants, ha indicato anche quali paesi saranno maggiormente penalizzati dai rincari. In linea di massima, i prezzi saliranno di più negli stati più ricchi e amanti della birra come Belgio, Canada, Danimarca e Polonia. Ad esempio, durante gli anni di siccità, i residenti irlandesi potrebbero dover pagare 25 euro in più per acquistarne una confezione da 6 rispetto agli attuali costi.

Si prevede che il consumo di birra scenderà nei paesi più poveri, come la Cina, ma anche gli Stati Uniti potrebbero subire un calo dei consumi.

“Il mondo sta affrontando molti impatti potenzialmente letali a causa dei cambiamenti climatici, quindi le persone che devono spendere un po’ di più per bere birra possono sembrare banali al confronto”, ha detto il co-autore Steven Davis, professore associato dell’Università della California, Irvine.

I cambiamenti climatici stanno mietendo un’altra vittima.

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Francesca Mancuso

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