La carne bovina inquina più di tutte. L’impatto ambientale della bistecca

Uova, prodotti lattiero-caseari, pollo, manzo e maiale. Cosa inquina di più l'ambiente? A determinare quale tra questi derivati animali abbia il maggiore impatto ambientale è una ricerca condotta dall'università di Yale e pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). E indovinate la risposta?

Uova, prodotti lattiero-caseari, pollo, manzo e maiale. Cosa inquina di più l’ambiente? A determinare quale tra questi derivati animali abbia il maggiore impatto ambientale è una ricerca condotta dall’università di Yale e pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). E indovinate la risposta?

Se avete risposto manzo, avete ragione. La produzione di carni bovine utilizza più acqua, terra e concime azotato delle altre e produce più gas a effetto in un confronto per calorie consumate. È la prima volta che il loro impatto viene confrontato con quello degli altri prodotti di origine animale. Gli autori ci rivelano che la produzione di una caloria di manzo utilizza 11 volte più acqua e 6 volte più fertilizzanti azotati rispetto agli altri.

Quantificare gli impatti ambientali delle varie categorie di animali, per lo più derivanti dalla produzione dei mangimi, è una grande sfida della sostenibilità. Qui si quantifica l’impatto su terra, sull’acqua di irrigazione e sull’azoto della produzione di mangimi, insieme alle stime delle emissioni di gas serra complete del ciclo di vita, per ognuna delle categorie principali di prodotti di origine animale nella dieta degli Stati Uniti. I nostri calcoli rivelano che i costi ambientali per ogni caloria consumata di prodotti lattiero-caseari, pollame, carne di maiale e uova sono tra loro paragonabili, ma sorprendentemente inferiori rispetto gli impatti delle carni bovine“, spiegano i ricercatori.

Il team ha calcolato, inoltre, che la produzione di patate, grano e riso richiede in media da due a sei volte meno risorse per calorie consumate rispetto a quelle richieste dalla produzione di carni diversa da quelle bovine.

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Secondo il documento, circa il 40 per cento della superficie totale degli Stati Uniti è attualmente dedicato alla produzione di prodotti di origine animale, compresi i terreni necessari per il pascolo, così come le colture per produrre mangimi. Gran parte di questa terra potrebbe invece essere dedicata alle colture che sono direttamente consumabile dagli esseri umani, e richiederebbe meno risorse per caloria.

Roberta Ragni

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