Carne di delfino: si serve illegalmente nei ristoranti italiani

Carne di delfino nel piatto. Non accade nel lontano Giappone, ma in alcuni ristoranti della nostra bella Italia. Non importa che la vendita sia vietata, non conta il rischio di finire in prigione o di ingerire mercurio. E nemmeno, ovviamente, la protezione di animali a rischio estinzione. Se conoscete le persone giuste, il "black", questo il nome in codice del mosciame di delfino, è servito anche in Italia.

Carne di delfino nel piatto. Non accade nel lontano Giappone, ma in alcuni ristoranti della nostra bella Italia. Non importa che la vendita sia vietata, non conta il rischio di finire in prigione o di ingerire mercurio. E nemmeno, ovviamente, la protezione di animali a rischio estinzione. Se conoscete le persone giuste, il “black”, questo il nome in codice del mosciame di delfino, è servito anche in Italia.

È questo l’inquietante quadro tracciato da un servizio di Giulio Golia andato in onda ieri sera durante la puntata de Le Iene Show. Grazie ad alcuni complici, è stato infatti possibile documentare il mercato italiano clandestino della carne di delfino, servita a 180-200 euro al chilo da alcuni compiacenti ristoratori del litorale laziale, che offrono il “servizio” ai clienti più esigenti, discreti e appassionati di un’anacronistica e crudele tradizione alimentare.

“Questo non si mangia da me, eh?!”, ci tengono a sottolineare i criminali. Ma come fanno a procurarsi i filetti di un animale che è vietato catturare nel nostro Paese? Si può trattare di esemplari che si incastrano per sbaglio nelle reti, spesso sapientemente gettate proprio nei luoghi in cui possono essere catturati, che i pescatori non esitano a prendere a bastonate in testa per ucciderli.

Per sfuggire i controlli, poi, si provvede subito a eliminare testa, coda e ogni particolare che possa ricondurre ai delfini. Il delfino, quindi, viene spacciato per uno squalo e può giungere tranquillamente in tavola, preparato alla catalana, alla ligure, affumicato o essiccato.

Il delfino, però, non viene venduto solo al ristorante: in zona ci sono veri e propri grossisti, i cui frigoriferi abbondano di costosi pezzi di cetacei sottovuoto. È tutto vero? Purtroppo sì. Per essere sicuri che si tratti davvero di delfino, Le Iene hanno fatto analizzare i campioni raccolti. Il dna non mente: stenella striata, il delfino più comune dei nostri mari.

Per vedere il servizio clicca qui

Roberta Ragni

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