Gelato, sesamo, spezie e caffè: l’ossido di etilene è ovunque e la situazione peggiora

L'ossido di etilene è ormai ovunque e ha contaminato diverse categorie di cibi, potrebbe trovarsi anche nel latte anti-rigurgito per neonati

La spinosa questione dei cibi contaminati con ossido di etilene è tutt’altro che conclusa. In Italia praticamente non se ne parla ma in Francia l’attenzione è ben più alta e ancora una volta a lanciare l’allarme su questa situazione molto grave è l’organizzazione Foodwatch.

È da settembre 2020 che i consumatori hanno iniziato a conoscere l’ossido di etilene, un disinfettante cancerogeno, mutageno e tossico per la riproduzione, che nel corso di questi mesi ha contaminato diversi cibi in tutta Europa a partire dai semi di sesamo fino ad arrivare ai gelati che contengono farina di semi di carruba e gomma di guar.

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Purtroppo, i prodotti trattati illegalmente con questa sostanza vietata in Europa potrebbero continuare a essere venduti senza che i consumatori ne siano informati. E vi avevamo già parlato del fatto che, da quanto emerge dai documenti che Foodwatch ha potuto consultare, la Commissione Ue avrebbe chiesto agli Stati membri di non richiamare i prodotti se la concentrazione di ossido di etilene risulta inferiore alla soglia rilevabile (0,02 mg/kg, per i prodotti fabbricati prima del 14 giugno 2021). 

Ma questo è solo un aspetto di una situazione ben più articolata e davvero incredibile. Migliaia di referenze di prodotti alimentari sono state richiamate in Francia perché contengono ingredienti trattati illegalmente con ossido di etilene. Ciò significa che non sono conformi e non sarebbero mai dovuti finire sugli scaffali dei supermercati. 

Si parlava in particolare di prodotti che arrivavano dall’India (come il sesamo da cui tutto è partito), ma oggi alla lista si aggiunge anche la Turchia dato che è stata riscontrata la contaminazione della farina di carrube utilizzata in particolare per il gelato.

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In Italia e nel resto d’Europa?

Mentre in Francia si applica il principio di precauzione che ha portato al ritiro di migliaia di referenze: semi di sesamo, gelati ma anche zucchero, pepe, zenzero, scalogno, caffè, cibo in scatola, e altro, la stessa cosa non sta avvenendo in altri Stati membri, tra cui l’Italia.

Il fatto che sia stato fissato un limite da non superare (0,02 mg/kg, per prodotti fabbricati prima del 14 giugno 2021) significa che, di fatto, è considerato accettabile che questi prodotti non conformi continuino ad essere commercializzati nell’Ue (Francia compresa).

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Gli ispettori francesi della Repressione delle frodi (DGCCRF), tramite il loro sindacato Solidaires CCRF & SCL, si chiedono:

Come possiamo classificare una sostanza come pericolosa (cancerogena, mutagena e reprotossica) e quindi vietarla in l’Unione Europea e allo stesso tempo tollerare la sua presenza in alcuni prodotti che incorporano ingredienti contaminati provenienti da paesi terzi? 

Una domanda che non fa una piega, considerando che tali prodotti, come segnala Foodwatch, violano palesemente le normative europee sulla sicurezza alimentare (EU 178/2002).

I dubbi sul latte per neonati

La farina di carrube e la gomma di guar vengono utilizzate come addensanti in molte formule di latte antirigurgito per neonati. Legittimo, dunque, anzi doveroso, verificare l’eventuale presenza di una contaminazione anche in questo alimento per la prima infanzia.

Secondo le informazioni di Foodwatch, è in corso la verifica da parte delle autorità francesi presso i produttori ma non sono ancora emersi i risultati. Nel resto d’Europa si sta facendo lo stesso?

Una situazione che va avanti da anni

Foodwatch segnala che le non conformità, ovvero i primi alimenti contaminati, potrebbero essere comparsi sul mercato nel 2019. Nei Paesi Bassi si parla addirittura del 2016. Ma in pratica ad oggi è impossibile datare l’inizio di tutta questa vicenda e forse anche la sua portata, considerando il possibile effetto cumulativo di più alimenti contaminati da ossido di etilene.

Sembra incredibile ma sono anni che sul mercato esistono prodotti più o meno contaminati con una sostanza che, secondo l’ANSES (Agenzia nazionale per l’alimentazione, l’ambiente e Occupational Health Safety), presenta rischi per la salute senza una soglia massima: “Anche livelli di esposizione molto bassi sono associati a un eccesso di rischio“.

Il danno ormai è fatto ma non si sta facendo abbastanza per fermare, almeno da oggi in poi, questo scandalo alimentare e, come sottolinea Foodwatch:

viene completamente evitata la questione della responsabilità di produttori, importatori, distributori in questo caso che interessa ormai decine di paesi.

Leggi tutti i nostri articoli su ossido di etilene.

Fonte: Foodwatch

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