Limoni cancerogeni: sequestrati in Sicilia agrumi spagnoli trattati con Imazalil

In Sicilia, il Corpo forestale e l’ispettorato per la Repressione frodi hanno sequestrato 39 retine di limoni spagnoli trattati con fungicidi.

Oltre al danno la beffa, visto che parliamo di terra siciliana dove il limone è di casa. Eppure qui, a Siracusa, il Corpo forestale della Regione e l’ispettorato per la Repressione frodi hanno sequestrato in un supermercato 39 retine di limoni di provenienza spagnola trattati con l’Imazalil.

Si tratta di un fungicida potenzialmente cancerogeno spruzzato sulla superficie degli agrumi per prolungarne la conservazione. Quando viene usato è anche obbligatorio scrivere sull’etichetta la dicitura “Buccia non edibile”, cosa che mancava nelle confezioni ritirate a Siracusa.

Nel 2016 la Spagna si rivolse alla Corte di Giustizia europea contro l’obbligo di indicare in etichetta l’avvertenza al consumatore che, a tutti gli effetti, prova che gli agrumi vengono trattati con fitofarmaci. La Corte rigettò il ricorso e confermò piuttosto la necessità di riportare sugli imballaggi di limoni, arance e mandarini indicazioni precise sugli eventuali agenti conservanti o sostanze chimiche utilizzate nei trattamenti effettuati sulla superficie esterna.

La legge obbliga di fatto i produttori a riportare in etichetta i trattamenti effettuati con cere e altre sostanze, indicando nome o numero dell’additivo. Per gli agrumi venduti sfusi valgono le indicazioni riportate sulla cassetta utilizzata per il trasporto. Se l’etichetta non c’è, meglio per noi non utilizzare in cucina la buccia degli agrumi o, se si vuole essere sicuri, acquistare limoni e arance bio che non sono trattati con agenti di rivestimento naturali né con fungicidi o antiparassitari.

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Germana Carillo

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