Listeria: come consumare in sicurezza i surgelati

Negli ultimi giorni, in tutta Europa impazza l'allarme listeria, il batterio individuato in numerosi prodotti surgelati. In Italia sono stati ritirati una serie di minestroni Findus, mentre Lidl ha richiamato alcuni surgelati del marchio Freshona. Oggi la notizia di un nuovo richiamo (mix di verdure Pinguin). Dobbiamo davvero preoccuparci? No, basta sapere che per abbattere il rischio bisogna cuocere le verdure!

Negli ultimi giorni, in tutta Europa impazza l’allarme listeria, il batterio individuato in numerosi prodotti surgelati. In Italia sono stati ritirati una serie di minestroni Findus, mentre Lidl ha richiamato alcuni surgelati del marchio Freshona. Oggi la notizia di un nuovo richiamo (mix di verdure Pinguin). Dobbiamo davvero preoccuparci? No, basta sapere che per abbattere il rischio bisogna cuocere le verdure!

Nessun allarmismo dunque. La cottura, nel caso della Listeria, inattiva il batterio. A rassicurare è stato anche il Ministero della salute, secondo cui in linea di massima il consumatore deve verificare sulla confezione che ha in casa il marchio, il nome del produttore e i lotti di produzione ed evitare di consumare i prodotti richiamati, riportandoli al punto vendita.

“La Listeria è un batterio resistente alle basse temperature e provoca tossinfezioni alimentari. Comunque viene inattivato con la cottura. Al momento non risultano focolai di infezione in Italia e i richiami dei prodotti sono effettuati in via precauzionalesi legge nel comunicato ufficiale.

Anche Coldiretti invita alla calma ricordando che si tratta comunque di misure precauzionali adottate in Italia e in altri Paesi europei:

“Occorre evitare pericolosi allarmismi in un situazione in cui gli italiani hanno consumato 402,5 milioni di chili di vegetali surgelati nel 2017 con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, dovuto proprio alla crescita a tavola dei vegetali naturali e in particolare delle zuppe, dei passati e dei minestroni”.

L’origine della contaminazione da Listeria

L’azienda belga Greenyard ha fatto sapere che alcuni suoi prodotti, facenti capo a uno stabilimento in Ungheria, sarebbero contaminati dal batterio della Listeria. Le verdure sono finite anche in alcuni minestroni Findus e nei prodotti surgelati a marchio Freshona dei punti vendita Lidl della sola Sicilia.

minestrone findus

Tuttavia l’allerta riguarda numerosi paesi europei, riforniti da Greenyard. Per questo la notizia ha fatto molto scalpore, trattandosi di un richiamo che coinvolge numerosi stati.

freshona

Etichette estese a tutti gli alimenti

Secondo Coldiretti, è difficile rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio. E questo, sì, che è un problema! Questa allerta alimentare, infatti, ha fatto emergere l’importanza della tracciabilità degli ingredienti dei prodotti in vendita sugli scaffali dei supermercati.

“L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti ma anche la necessità di togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano i prodotti dall’estero per consentire interventi rapidi e mirati”.

Nuovi prodotti ritirati

Intanto ieri sul sito del Ministero della salute è apparso un nuovo richiamo, sempre legato allo stesso filone. Si tratta del mix di verdure Pinguin da 2,5 kg prodotto da Greenyard presso lo stabilimento di Nagy István, a Baja, in Ungheria. Il lotto di produzione è il n° W171583 8G con data di scadenza 06-07-2019.

allerta pinguin

Cosa possiamo fare?

Prima di tutto cuocere le verdure surgelate (e trattandosi di minestroni and co, il problema non dovrebbe sussitere). Ma soprattutto il nostro consiglio è quello di preferire sempre alimenti freschi, di acquistarli presso il contadino di fiducia e di prepararli da soli invece di acquistare prodotti surgelati. In caso contrario, ribadiamo, è buona norma cuocerli sempre per evitare i rischi legati alla listeria e ad altre contaminazioni batteriche.

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Francesca Mancuso

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