Vitamina C: lo studio (dal passato) che sfida l’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla quantità raccomandata

Un vecchio studio condotto dall'esercito inglese negli anni '40 smentisce le dosi di vitamina C consigliate dall'OMS

Un vecchio studio condotto dall’esercito inglese negli anni ’40 smentisce le dosi di vitamina C consigliate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La vitamina C è un importante elemento che permette al nostro organismo di guarire le ferite, visto che la creazione di tessuto cicatrizzante dipende dalla proteina detta collagene che a sua volta dipende dalla vitamina C; inoltre il collagene mantiene l’integrità delle pareti dei vasi sanguigni, proteggendo quindi da infarto e ictus.

Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando le risorse di cibo erano scarse e il governo si impegnava a finanziare allo stesso tempo le attività belliche e gli aiuti alla popolazione, furono Condotti alcuni esperimenti dall’etica piuttosto discutibile per capire quale fosse il fabbisogno minimo di vitamina C per l’organismo umano, prima che subentrassero patologie gravi causate da una sua carenza.

Un controverso esperimento condotto a tal proposito dal Sorby Research Institute (Sheffield) e soprannominato “Naufragio” ha messo alla prova la salute di alcuni volontari che sono stati nutriti solo con le nazioni in dotazione alla Marina Militare, per modulare in maniera più corretta il cibo e l’acqua a bordo. L’esperimento, condotto negli anni ’40 (che avrebbe avuto conseguenze ed echi nei decenni a venire), coinvolse 20 volontari che furono privati dell’assunzione di vitamina C per molto tempo, mettendo le seriamente a rischio la vita – un tale studio così rischioso non sarebbe ammesso dalla scienza moderna.

A causa della guerra e delle risorse alimentari limitate non c’era sufficiente vitamina C disponibile, è lo scopo degli scienziati capire quale fosse la quantità minima di questo elemento per la sopravvivenza (non la quantità ottimale per un buono stato di salute). L’esperimento infatti prevedeva un’assunzione giornaliera di vitamina C che andava da 0 a 70 mg (alternando periodi di carenza a periodi di sufficienza) per una durata media di 9 mesi – durante i quali i ricercatori provocano anche ferite sul corpo dei partecipanti per analizzare il tempo di cicatrizzazione e di coagulazione del sangue (sintomi dello scorbuto).

(Leggi anche: Gli integratori di vitamina C)

Alla fine dell’esperimento i ricercatori conclusero che 10 mg di vitamina C al giorno fossero sufficienti ad allontanare i sintomi dello scorbuto. Basandosi parzialmente anche su questi dati, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda oggi una dose giornaliera di 45 mg di vitamina C. Tuttavia, un nuovo studio dimostra che questa quantità sia comunque troppo bassa per ottenere una buona risposta alle ferite e alle cicatrici.

Oggi, diversamente dal passato, i dati raccolti all’epoca sono stati scandagliati con tecniche statistiche che negli anni ’40 non esistevano e che hanno permesso di giungere a conclusioni nuove. I dati rivelano che sono necessari 95 mg di vitamina C al giorno per una buona capacitò di cicatrizzazione – più del doppio di quella raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Salute.  

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Fonte: American Journal of Clinical Nutrition

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