Data di scadenza: potrebbe presto essere tolta da pasta e caffe’. A rischio la qualità?

Presto potrebbe essere tolta la data entro cui andrebbero preferibilmente consumati alimenti a lunga scadenza come pasta, riso, caffè e formaggi duri. Secondo la Coldiretti, però, ne andrà a perdere la qualità dei prodotti

L’Ue si accinge a togliere la data di scadenza da prodotti come pasta, riso, caffè e formaggi duri per limitare lo spreco alimentare che altrimenti, proprio a causa del limite entro cui questi alimenti dovrebbero essere consumati, rischia di far gettare nella spazzatura una grande quantità di cibo ancora buono. La Coldiretti però lancia l’allarme: a rischio la qualità dei nostri prodotti!

La reazione della Coldiretti arriva proprio quando l’Unione Europea sta discutendo sulla possibilità di rendere operativa un nuova norma in fatto di etichette alimentari che vuole eliminare la data di scadenza su alcuni prodotti a lunga conservazione. ”Si tratta del solito tentativo dei Paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee ad uno standard di qualità inferiore al nostro con la scusa di tagliare gli sprechi alimentari” ha dichiarato la federazione.

Tra l’altro, sottolinea la Coldiretti, a causa della crisi nel 2013 è avvenuto un taglio drastico degli sprechi che ha riguardato, secondo una ricerca, 3 italiani su 4. Un aspetto positivo dei tempi di crisi, dunque, che ha fatto sì che solo il 36% degli italiani si attenesse rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti riservandosi comunque la possibilità di valutarne la qualità prima di stabilire se buttarli o meno.

Nonostante ciò si getta via ancora troppo cibo: secondo i dati Coldiretti, ogni persona in Italia butta ben 76 chili di prodotti alimentari nel corso dell’anno. Togliere la data di scadenza però, a detta della federazione, è un gioco che non vale la candela perché a venire meno sarebbe la qualità dei prodotti e le loro caratteristiche.

Importante distinguere tra:

Termine Minimo di Conservazione (TMC) quello riportato sulle confezioni con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” che indica “la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Cioè indica soltanto la finestra temporale entro la quale si conservano le caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali, di un alimento, senza con questo comportare rischi per la salute in caso di superamento seppur limitato della stessa. Si sottolinea però che tanto più ci si allontana dalla data di superamento del TMC, tanto più vengono a mancare i requisiti di qualità del prodotto , quale il sapore, odore, fragranza, ecc”.
Data di scadenza vera e propria, che è invece il giorno entro cui il prodotto deve essere consumato altrimenti ci si espone a rischi seri per la salute. Viene riportata sulle confezioni con la scritta “da consumarsi entro” e si trova in quei prodotti che generalmente non superano i 30 giorni di conservazione, ad esempio latte fresco e uova.
Se dovesse diventare legge l’idea dell’Ue di togliere la scadenza da alcuni prodotti a lunga conservazione non si andrebbe dunque a rischiare nulla in fatto di salute ma si andrebbe a perdere, secondo la Coldiretti, il gusto e l’odore del cibo oltre che, almeno in parte, le qualità nutrizionali di quei prodotti.

Francesca Biagioli

Leggi anche:

– Sprechi alimentari: comincia a cadere il mito della data di scadenza

– Sprechi alimentari: ogni famiglia getta via 7 euro a settimana di cibo

– Nove cibi “senza” data di scadenza

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook