Diabete: creata l’insulina intelligente che previene le ipoglicemie

Messa a punta una versione modificata dell'insulina per evitare cali eccessivi di glicemia.

Curare il diabete con una insulina “smart”. Per evitare un calo eccessivo delle concentrazioni di glucosio nel sangue, alcuni ricercatori hanno messo a punto una variante intelligente dell’ormone capace di regolare precisamente la quantità di zucchero assorbita dai tessuti e abbassare la glicemia fino ai livelli normali e non di più.

Spesso capita, infatti, che se la quantità assunta di insulina non è corretta, la concentrazione di zucchero nel sangue (glicemia) vada troppo al di sotto. In questo modo il paziente può andare incontro a una rischiosa ipoglicemia.

In un nuovo studio, invece, i ricercatori dell’Università di Los Angeles hanno dimostrato che creando ad hoc un’insulina intelligente è possibile prevenire le ipoglicemie.

Si tratta della cosiddetta “I-insulina”, alla quale gli studiosi hanno attaccato un inibitore del “trasportatore di zucchero”, una molecola che serve ad assorbire lo zucchero nei tessuti rimuovendolo dal sangue. Quando la glicemia scende troppo, la i-insulina bloccherebbe parzialmente il trasportatore e, nello stesso momento, l’assorbimento dello zucchero nelle cellule, lasciandolo quindi nel sangue e prevenendo un abbassamento eccessivo di glicemia.

L’insulina è una terapia essenziale nel diabete di tipo 1, o insulino-dipendente, ed è usata anche in circa il 15-20% delle persone con diabete di tipo 2, la forma insulino-resistente più comune.

Con queste nuove indagini, la nuova insulina lavora come una “chiave intelligente” che “lascia entrare il glucosio nelle cellule, ma ne previene l’eccessivo assorbimento quando la glicemia ha raggiunto livelli normali”, spiega l’autore principale del lavoro Zhen Gu, della Samueli School of Engineering dell’Università di Los Angeles.

Allo stesso modo, la I-insulina risponderebbe altrettanto rapidamente a un’iperglicemia, cioè a un innalzamento eccessivo dei livelli glicemici.

Un nuovo metodo, insomma, che potrebbe presto rivoluzionare il modo in cui la terapia insulinica viene somministrata a chi soffre di diabete e lotta ogni giorno con i livelli di glicemia.

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Germana Carillo

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