Pesticidi nella spremuta d’arancia: ecco il trucco per ridurre il rischio di ingerirli

Alcuni semplici consigli per preparare una spremuta di arance riducendo al minimo il rischio di ingerire pesticidi

Un bicchiere di succo d’arancia appena spremuto è un modo gustoso e semplice per garantirci una buona dose di vitamina C. Come sappiamo, però, le arance (non biologiche) sono spesso trattate con pesticidi, presenti in particolare sulla buccia. Ecco allora dei semplici consigli per preparare una spremuta riducendo al minimo il rischio di ingerire queste sostanze.

Le arance coltivate in maniera convenzionale sono spesso trattate con cere e pesticidi e questo è stato dimostrato da diversi test che evidenziano come questi frutti siano spesso contaminati.

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I pesticidi vengono utilizzati sulle bucce in quanto, durante il trasporto e lo stoccaggio, anche in condizioni ottimali, la muffa può diffondersi sugli agrumi e rovinarli. Il principio attivo, che viene applicato sul frutto per immersione o spruzzatura, rimane quasi completamente sulla buccia e solo piccole tracce riescono a raggiungere la parte interna.

Quali sostanze vengono utilizzate per trattare le arance?

I conservanti ortofenilfenolo (E231) e sodio ortofenilfenolo (E232) sono approvati per il trattamento della buccia degli agrumi. Inoltre, il tiabendazolo e l’imazalil sono utilizzati principalmente come agenti di trattamento post-raccolta.

Nel caso di agrumi la cui superficie è stata trattata con una o più dei suddetti agenti dopo la raccolta, questo deve essere indicato sulla confezione che quindi riporterà anche la scritta “Buccia non edibile”.

L’aggiunta “cerata artificialmente” significa invece che il guscio è stato rivestito con uno strato di cera per evitare un’eccessiva perdita di umidità.

In alcuni studi, che risalgono però agli anni ’90, solo una piccola percentuale degli agenti per il trattamento della buccia erano riusciti ad arrivare nel succo d’arancia. In 43 campioni di arancia trattati con tiabendazolo, è stata trovata una concentrazione media di tiabendazolo di 2,3 mg / kg sulla base del frutto totale. Un valore ben al di sotto della quantità massima di 5 mg / kg consentita per gli agrumi nel Regolamento (UE) che riguarda i livelli consentiti di residui.

Un rischio basso dunque ma sempre da considerare. Come fare allora per assicurarci una spremuta d’arancia che sia davvero sana e senza la presenza di sostanze indesiderate?

Come preparare la spremuta d’arancia

Il primo consiglio utile è quello, ovviamente, di acquistare arance non trattate o da agricoltura biologica. Ma quando questo non è possibile, abbiamo un’alternativa: mettere in atto alcuni piccoli accorgimenti per evitare il più possibile di far migrare i pesticidi dalla scorza al succo.

A fornirci dei consigli utili in questo senso è il portale dei consumatori della Bavaria in Germania:

  • Prima di spremere la frutta, lavatela accuratamente con acqua tiepida e poi asciugatela con carta da cucina. Inoltre, lavatevi accuratamente le mani. In questo modo è possibile ridurre al minimo il rischio che i residui contaminanti presenti sulla buccia passino nel succo.
  • Se acquistate spremuta di arancia al bar o presso uno stand, fate attenzione all’igiene della pressa o della macchina e chiedete la cortesia di lavare prima le arance con acqua tiepida. Potete anche chiedere al venditore se il frutto è da agricoltura convenzionale o biologica.

Queste misure precauzionali sono sensate, ma non dobbiamo neanche preoccuparci eccessivamente della contaminazione da pesticidi delle spremute d’arance: i risultati della ricerca citati dal portale tedesco mostrano infatti che solo una piccolissima parte dei residui di pesticidi passa nel succo durante la pressatura.

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Fonte: Vis Bayern

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