Rinascono i forni pubblici di Cuneo e dintorni dove ognuno può cuocere il proprio pane

Per recuperare il bello del pane fatto con le proprie mani, negli ultimi anni alcuni comuni del cuneese hanno ripristinato gli antichi forni.

Sostenibilità ambientale e filiera corta, senso della comunità e riscoperta delle tradizioni: qui nel cuneese, da Rocca Cigliè – tra le colline dell’Alta Langa – a Sinio, torna ad espandersi l’odore buono del pane, quello fatto nei forni di una volta.

Sono gli antichi forni in pietra che si è deciso di restituire alla comunità, nell’intenzione di salvaguardare il ricco patrimonio rurale che fu.

Proprio in Piemonte, soprattutto nelle valli occitane, in provincia di Cuneo ma anche di Torino, ogni paese e borgata aveva il suo forno comunitario dove le famiglie che non l’avevano in cascina potevano infornare e fare scorte. La panificazione era sì un momento faticoso, ma era quello che più di tutti rappresentava una gioia per la vita comunitaria.

Per recuperare il bello del pane fatto con le proprie mani, negli ultimi anni alcuni comuni di queste valli hanno ripristinato gli antichi forni, alcuni per accenderli in occasioni di feste o sagre locali, altri proprio per panificare regolarmente.

Il forno di Rocca Cigliè

È il caso di Rocca Cigliè, dove il Comune ha ottenuto dai proprietari l’uso in comodato gratuito della vecchia struttura del forno e creato ad hoc una associazione che si occupi del suo funzionamento.

Loro sono gli Amici del Forno di Rocca Cigliè e il loro nobile compito è quello di accendere il forno e tenerlo pulito. In questo modo, in genere ogni paio settimane, chi ne ha desiderio può portare il proprio impasto, “tirarlo” sulla tavola apposita e poi metterlo in cottura. Tempo due ore ciascuno e già una decina di famiglie hanno recuperato questa bellissima tradizione.

Come vive l’associazione? Con offerta libera o una sorta di tesseramento di chi va lì per farsi il pane.

Nel resto del Piemonte

A Villadossola nella frazione di Tappia, provincia di Verbano-Cusio-Ossola, il forno risalente al 1871, conservato sotto chiave, viene aperto al pubblico solo in alcune occasioni, come a Montecretese dove è utilizzato per feste locali.

La Ruà, Ostana – Borgata Bernardi, nel cuneese, il forno è funzionante e viene utilizzato dalla popolazione in occasione di feste, in primis quella del pane, nel mese di agosto.

A Tetto Caresmin, Cuneo, e a Monte Alpet, Cuneo, i forni sono stati recuperati e sono perfettamente funzionanti, mentre a Genola, sempre in provincia di Cuneo, il forno si utilizza per lo più per la Sagra delle Quaquare.

Infine, ad Oulx – Borgata Savoulx, il forno di Signols (L’Fur du Sinhòu) viene ancora utilizzato per cuocere il pane di segale e le tradizionali torte di mele.

Fonte: La Stampa

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