Scandalo carne: 780 tonnellate di falsi hamburger distribuiti ai più poveri

Un vero e proprio scandalo alimentare ai danni dei più poveri è quello che ha colpito la Francia dove la Croce rossa e altre associazioni che aiutano le persone bisognose si sono accorte che la carne che distribuivano era sospetta. Si è scoperto così un giro di false bistecche tritate.

Un vero e proprio scandalo alimentare ai danni dei più poveri è quello che ha colpito la Francia, dove la Croce rossa e altre associazioni che aiutano le persone bisognose si sono accorte che la carne che distribuivano era sospetta. Si è scoperto così un giro di falsi hamburger.

La carne tritata era ben altro! Quelle che dovevano essere hamburger, in realtà non contenevano un solo grammo di carne. Dall’estate del 2018, la Croce Rossa, il Restos du Coeur, il Secours Populaire e la Federazione francese delle banche del cibo hanno consegnato ben 780 tonnellate di carni tritate taroccate.

In che senso? Non contenevano carne ma solo grasso, niente muscoli ma solo pelle degli animali, il tutto mescolato con soia e amido, prodotti non autorizzati nella carne macinata.

I volontari delle associazioni si sono insospettiti guardando il colore e la consistenza della carne macinata, insomma del complessivo aspetto innaturale del prodotto che stavano distribuendo. Anche il gusto non era quello comunemente conosciuto. Tutto ciò ha permesso di far scattare i controlli da parte delle autorità francesi che hanno svelato una frode alimentare di proporzioni molto ampie.

Nonostante fossero di pessima qualità, queste materie prime non rappresentavano fortunatamente un pericolo per la salute dei consumatori. Ciò non vuol dire che non ci saranno conseguenze per la società francese che ha venduto la finta carne ( 7 milioni di pezzi per un valore complessivo di 5,2 milioni di euro! ) e per un’altra società, sempre francese, che ha fatto da intermediario, entrambe incriminate.

La prima società avrebbe fatto produrre in Polonia il trito di finta carne che finiva poi come donazione ai poveri. In questo modo riusciva ad abbassare i costi di produzione e far aumentare il suo margine di guadagno. In altre parole, non si è fatta problemi a fare soldi sulle spalle dei più poveri.

I truffatori rischiano 2 anni di carcere e 1,5 milioni di euro come pena per la loro frode alimentare. Inoltre, in una dichiarazione congiunta, le quattro associazioni vittime di questa frode hanno annunciato “di aver chiesto un risarcimento finanziario per far fronte ai costi di stoccaggio generati da questa situazione“.

A raccontare al pubblico francese questo scandalo alimentare è stata la radio RTL.

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Francesca Biagioli

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