Colesterolo buono, attenzione! Se è alto (o troppo basso) fa male. I valori a rischio

Colesterolo buono, alleato della nostra salute. Ma un nuovo studio appena presentato a Monaco di Baviera, in Germania, ha dimostrato che elevati livelli di HDL possono essere associati a un aumentato rischio di infarto e morte

Colesterolo buono, alleato della nostra salute. Ma un nuovo studio appena presentato a Monaco di Baviera, in Germania, ha dimostrato che elevati livelli di HDL possono essere associati a un aumentato rischio di infarto e morte.

La ricerca ha studiato la relazione tra i livelli di colesterolo HDL e il rischio di infarto e morte in 5.965 persone, la maggior parte delle quali aveva una malattia cardiaca. L’età media dei partecipanti era di 63 anni e il 35% era di sesso femminile.

Gli esiti sono stati presentati in occasione del Congresso della Società europea di cardiologia Esc.

Colesterolo, è buono davvero?

L’autore dello studio, dott. Marc Allard-Ratick, della Emory University School of Medicine di Atlanta, negli Stati Uniti, ha spiegato:

“Potrebbe essere il momento di cambiare il modo in cui vediamo il colesterolo HDL. Tradizionalmente, i medici dicono ai loro pazienti che più alto è il colesterolo ‘buono’ meglio è, ma i risultati di questo studio e altri suggeriscono che potrebbe non essere più così”.

Il colesterolo HDL è considerato “buono” perché la molecola dell’HDL è coinvolta nel trasporto di colesterolo dalle pareti del sangue e dei vasi sanguigni al fegato e, infine, fuori dal corpo, riducendo così il rischio di arterie ostruite e aterosclerosi. Le persone con colesterolo HDL basso hanno un rischio maggiore di aterosclerosi e malattie cardiovascolari. Ma l’effetto protettivo del colesterolo HDL molto alto non è chiaro fino in fondo. Da qui le numerose ricerche per capirne davvero gli effetti sulla nostra salute.

Lo studio e i valori a rischio

I partecipanti sono stati divisi in 5 gruppi in base al loro livello di colesterolo HDL: meno di 30 mg/dl (0,78 mmol/L), 31-40 mg/dl (0,8-1 mmol/L); 41-50 mg/dl (1,1-1,3 mmol/L); 51-60 mg/dl (1,3-1,5 mmol/L); e superiore a 60 mg/dl (1,5 mmol/L).

Durante un follow-up di quattro anni, 769 (13%) partecipanti hanno avuto un infarto o sono morti per cause cardiovascolari. I partecipanti con colesterolo HDL 41-60 mg/dl (1,1-1,5 mmol / l) avevano il più basso rischio di infarto o morte cardiovascolare. Il rischio cresceva però sia nei partecipanti con bassi livelli (meno di 41 mg/dl) sia in quelli con livelli molto alti (superiori a 60 mg / dl.

Chi presentava livelli di HDL superiori a 60 mg/dl (1,5 mmol/L) presentava un aumento del 50% del rischio di morire per cause cardiovascolari o avere un attacco cardiaco rispetto a quelli con livelli di colesterolo HDL 41-60 mg/dl.

I ricercatori hanno considerato anche altri fattori di rischio per malattie cardiache quali diabete, fumo e colesterolo LDL, assunzione di alcool, razza e sesso.

“I nostri risultati sono importanti perché contribuiscono a un corpo sempre crescente di prove del fatto che livelli di colesterolo HDL molto alti potrebbero non essere protettivi, e poiché a differenza di molti altri dati disponibili in questo momento, questo studio è stato condotto principalmente in pazienti con cardiopatia stabilita” ha aggiunto il dott. Allard-Ratick.

Va detto che livelli contenuti di colesterolo buono ossia compresi tra 41-60 mg/dl aiutano a tenere lontane le malattie cardiovascolari. Come in ogni cosa, la moderazione è la nostra migliore alleata.

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Francesca Mancuso

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