C’è davvero mercurio nel tonno in scatola? Ecco cosa dicono gli studi

Aprire una scatoletta di tonno è davvero dannoso per la nostra salute? Cerchiamo di fare un po' di chiarezza e di comprendere i reali rischi a cui andiamo incontro quando consumiamo questo alimento

Il mercurio è un metallo pesante che può causare effetti negativi sulla salute. Alte concentrazioni di mercurio nell’uomo possono scatenare problemi al cervello, cattiva salute mentale e malattie cardiache.

Il pesce è un alimento fortemente raccomandato, a tutte le età e indipendentemente da eventuali patologie di cui si soffre, per il suo alto apporto proteico e per l’elevato contenuto di acidi grassi omega-3. Purtroppo però, non sempre il pesce che finisce sulle nostre tavole è sicuro. Pesca intensiva, inquinamento da microplastiche, eccessivo utilizzo di farmaci nelle pratiche di acquacoltura sono tutti fattori che contribuiscono a deteriorare la qualità del pesce di cui ci nutriamo.

Il mercurio nel pesce

Certamente, tuttavia, il problema principale è rappresentato dal della contaminazione da metilmercurio, la forma del metallo più assorbita dall’uomo e anche la più tossica, assimilata quasi esclusivamente attraverso il consumo di prodotti della pesca. I pesci del nostro Mediterraneo risultano particolarmente contaminati da questa sostanza, e l’Italia è primo paese europeo per contaminazione da mercurio del pesce.

Il metilmercurio penetra nel nostro organismo, accumulandosi nei globuli rossi ed entrando facilmente nel circolo sanguigno; rappresenta inoltre un problema per le donne in gravidanza o allattamento perché, grazie alla sua forma altamente assimilabile, penetra nella placenta e arriva alle ghiandole mammarie, contaminando il latte (l’esposizione fetale al metilmercurio sarebbe causa di un ridotto sviluppo neurologico del bambino).

Ecco perché andrebbero evitati i pesci di grossa taglia e carnivori (come ad esempio pesce spada, palombo, luccio, merluzzo): questa sostanza tossica, infatti, si accumula nei predatori che l’assorbono dai pesci più piccoli di cui si nutrono e che finiscono così per diventarne più ricchi.

Gli esperti, quindi, suggeriscono di preferire specie meno contaminate – come orata, branzino, sogliola, trota o salmone. Per approfondire il problema del bioaccumulo, leggi questo  e questo

Il pesce in scatola è sicuro?

Molte persone, per consumare la propria razione settimanale di pesce in modo pratico e veloce, scelgono di acquistare tonno in scatola: apporta molte proteine, è ricco di acidi grassi e contiene alti livelli di vitamina B.

Tuttavia, non sempre questa si rivela una scelta assennata. Il tonno in scatola, infatti, rappresenta spesso la più comune fonte di mercurio per il nostro organismo.

Questo pesce contiene molto più mercurio rispetto ad altre specie (come salmone, aragosta o ostrica): è un grande predatore e si nutre di animali marini più piccoli, già carichi di mercurio, facendone incetta.

La concentrazione di mercurio in un tonno più essere fino a 10.000 volte superiore rispetto all’habitat in cui il pesce vive.

(Leggi anche: 4 buoni motivi per scegliere di non mangiare tonno)

La scatoletta di tonno non è l’unica fonte di mercurio. A seconda della specie, sono state osservate diverse concentrazioni di mercurio (come mostrato in questa tabella redatta dalla Food and Drug Administration.).

Tuttavia è bene ricordare che il tonno in scatola, oltre a contenere mercurio, è anche una scelta poco sostenibile dal punto di vista ambientale: si tratta di un animale a rischio estinzione, che andrebbe tutelato; inoltre, la pesca intensiva di questo animale è altamente inquinante e dannosa per l’ambiente marino.

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Fonte: Fondazione Umberto Veronesi / FDA /Agenzia europea ambiente

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