Carne destinata al cibo per cani rietichettata e venduta per il consumo umano. Nuova frode in Irlanda

Carne destinata al cibo per cani è stata venduta per il consumo umano in Irlanda del Nord. Dopo lo scandalo della carne equina, una nuova inquietante vicenda alimentare

Carne destinata al cibo per cani è stata venduta per il consumo umano in Irlanda del Nord. Dopo lo scandalo della carne equina, una nuova inquietante vicenda alimentare sta scuotendo l’opinione pubblica nel Paese del Nord Europa. Dietro la nuova frode ci sarebbe lo zampino della criminalità organizzata, che avrebbe rastrellato fino a 3 milioni di sterline ingannando i consumatori.

A rivelarlo è stato uno studio del Professor Chris Elliott, direttore del Global Institute for Food Security, presso la Queen’s University di Belfast. Si tratta di una revisione indipendente del sistema alimentare della Gran Bretagna , destinato proprio a far luce sulla presenza della carne equina non dichiarata in etichetta in tantissimi prodotti a base di carne, soprattutto di manzo.

Ecco arrivare, allora, la nuova notizia allarmante, sebbene la carne destinata al cibo per animali coinvolta nella truffa sia classificata come idonea al consumo umano, pur contenendo materiali come pelle, peli, piume e ossa. Questa carne viene indicata come di categoria 3 e il suo aspetto non è diverso dalla carne, per così dire regolare, rendendo più difficile smascherare la frode.

La partita a cui si fa riferimento è stata trovata nel 2005, dopo che un container sospetto è arrivato dall’Asia. Un’operazione di follow-up ha consentito di individuarla in un deposito frigorifero, dove è avvenuto il riconfezionamento e la rietichettatura, rendendo la carne per cani idonea al consumo umano. Facile capire il perché: mentre la carne destinata agli animali ha un valore di circa £ 1 chilo, quella che viene macinata per il consumo umano vale £ 3,50 al chilo.

Per Elliott la frode si è sviluppata su “scala industriale” in tutto il Regno Unito. Nonostante la partita in questione sia stata sequestrata, e i responsabili condannati da un tribunale, il rapporto rivela che “molti casi della rete della criminalità delle frodi alimentari al momento non sono stati seguiti”.

Per consultare lo studio clicca qui

Roberta Ragni

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