Cosa ci insegna la nave bloccata a Bari con grano estero contaminato (forse destinato a De Cecco)

La nave ferma a Bari con il suo carico di grano contaminato da carie ci ricorda l'importanza di utilizzare il più possibile grano italiano

Pochi giorni fa vi abbiamo parlato della nave ferma al porto di Bari e carica di tonnellate di grano potenzialmente contaminato da carie. Cerchiamo di capire meglio di che malattia si tratta, quali sono i rischi di consumare tale grano contaminato e come possiamo difenderci.

A Bari, da ormai più di 2 settimane, è ferma la nave Sagittarius con all’interno un carico di 250mila quintali di grano statunitense che, secondo quanto sostiene Grano Salus, l’associazione dei produttori di grano italiani, era destinato alla De Cecco ed è probabilmente contaminato da carie del grano.

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Cos’è la carie del grano

La carie del grano è una malattia causata da funghi dei generi Tilletia e Neovossia. Questa si sviluppa sui chicchi di grano, il patogeno infatti rovina le spighe che diventano più larghe del normale e scure. La parte esterna, molto fragile, durante la trebbiatura si rompe e sgretola rilasciando una polvere finissima nera. Proprio qui sono racchiuse le spore fungine che hanno un odore molto sgradevole (simile al pesce marcio)  e che una volta polverizzate si liberano depositandosi anche sui semi sani, diffondendo così la malattia. 

In Italia esistono la Tilletia Caries e la Tilletia Foetida mentre non c’è la Tilletia indica, diffusa invece negli Stati Uniti. Potrebbe essere proprio quest’ultima quella presente nel grano fermo a Bari. Si tratta di una specie molto dannosa in grado di creare gravi problemi alle colture italiane ed è proprio per questo che esistono controlli fitosanitari alle frontiere che eventualmente bloccano navi contaminate da tali spore.

I rischi per la salute e l’ambiente

Ovviamente non dovremmo assolutamente consumare grano contaminato e, proprio per scongiurare che questo venga ad esempio mescolato ad altre partite, la nave è ferma e il cereale non può essere scaricato.

Ma cosa si rischia?

Come si legge nel documento del Crea “Malattie dei cereali a paglia” riguardo alle carie del grano:

“Nel caso di gravi contaminazioni possono insorgere problemi di carattere igienico-sanitario per farine e derivati”.

In pratica consumare quel grano, come specificato anche da Grano Salus, che ha segnalato per prima la situazione della nave ferma a Bari, espone ad alcuni rischi per la salute. Le spore della carie del grano, infatti, sono tossiche e rendono il cereale non commestibile né per l’uomo né per gli animali.

Tra l’altro, come già detto, se fosse confermato si trattasse di Tilletia indica, la carie del grano non  presente in Europa, si tratterebbe di un fatto ancora più grave e sarebbe fondamentale non far accedere in Italia un cereale infetto da tale malattia che è anche un grave rischio per la biodiversità del nostro territorio. Non a caso, quando si riscontrano carichi positivi a tali contaminazioni, le navi vengono appunto bloccate come è avvenuto recentemente a Bari.

Cosa possiamo fare

Questa situazione, che ancora una volta ci mostra quali problemi può presentare il grano che arriva dall’estero, ci ricorda una cosa fondamentale: l’importanza di utilizzare il più possibile grano italiano.

Non solo oltreoceano sono diffuse malattie sconosciute alle nostre colture ma vengono utilizzati anche in modo massiccio pesticidi come il glifosato.

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Tra l’altro lunghe conservazioni del grano in ambienti chiusi e privi del corretto ricircolo d’aria, come sono appunto i container che trasportano i cereali dal Canada o dagli Usa verso il nostro Paese, possono favorire le contaminazioni.

Cosa possiamo fare? Un primo passo è scegliere al supermercato marche di pasta che utilizzano grano 100% italiano, ve le avevamo segnalate qui:

Un’ottima alternativa è acquistare pasta da piccoli produttori locali che magari usano anche grani antichi e tipici del nostro territorio come il Senatore Cappelli.

Fonte: Crea / Coltura e Cultura / Accademia della Pasta

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