La dieta sostenibile con cereali e legumi biologici aiuta l’ambiente. Lo dice anche la FAO

FAO, dieta sostenibile. La FAO ritorna ad esprimere il proprio parere sull’importanza di trasformare le abitudini alimentari del mondo occidentale al fine di poter garantire un maggior rispetto per l’ambiente, un miglioramento delle nostre condizioni di salute ed una maggiormente equa distribuzione delle risorse alimentari. Ciò potrebbe avvenire se ognuno di noi iniziasse a seguire i principi di una dieta sostenibile.

FAO, dieta sostenibile. La FAO ritorna ad esprimere il proprio parere sull’importanza di trasformare le abitudini alimentari del mondo occidentale al fine di poter garantire un maggior rispetto per l’ambiente, un miglioramento delle nostre condizioni di salute ed una maggiormente equa distribuzione delle risorse alimentari. Ciò potrebbe avvenire se ognuno di noi iniziasse a seguire i principi di una dieta sostenibile.

Secondo uno studio condotto da parte della FAO in collaborazione con Biodiversity International “nonostante i notevoli passi avanti fatti dall’agricoltura negli ultimi tre decenni, appare chiaro a tutti che i sistemi alimentari e le diete continuano a non essere sostenibili”. Ciò che emerge è che l’agricoltura di tipo intensivo non farebbe altro che danneggiare i terreni e l’ambiente circostante, oltre che la salute di umani ed animali, a causa dell’impiego di pesticidi.

L’utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose in agricoltura viene giustificando sostenendo che esso sia assolutamente necessario per ottenere una maggiore produttività delle coltivazioni. A fare da contraltare a ciò, continuano ad esservi sia gli ingenti sprechi alimentari perpetrati dall’Occidente in ambito sia casalingo che industriale, sia un’iniqua distribuzione delle risorse di tipo alimentare nei confronti dei Paesi in via di sviluppo.

La FAO aveva precedentemente ipotizzato che una dieta a base di insetti avrebbe potuto risolvere il problema alimentare in Paesi come Africa e Sudamerica, ma sembra fortunatamente aver cambiato rotta, orientando la propria attenzione verso una dieta sostenibile basata su alimenti completi come la quinoa, da accompagnare a cereali di varietà meno conosciute, frutta e verdura e legumi possibilmente di provenienza biologica, in modo che la scelta del cibo di cui ci nutriamo possa giovare sia a noi stessi che al Pianeta.

Purtroppo, secondo la FAO, scelte alimentari monotone e ristrette non farebbero altro che impoverire sempre di più il panorama della biodiversità agroalimentare. Secondo quanto affermato da parte di Biodiversity International: “Occorre cambiare il paradigma della produzione agricola per riuscire ad integrare la dimensione della qualità nutrizionale nelle nostre decisioni in relazione a cosa produrre e dove. Questo ci obbliga ad andare oltre le coltivazioni principali di base e guardare invece alle centinaia e migliaia di varietà vegetali inutilizzate, che fanno la differenza tra una dieta sostenibile ed una non sostenibile”.

A parere della FAO, i sistemi di produzione alimentare attuali dovrebbero subire delle radicali trasformazioni, puntando sull’offerta di alimenti che siano realmente sani, rispettosi dell’ambiente, trattati il meno possibile attraverso procedimenti industriali complessi e soprattutto coltivati nelle zone di provenienza tradizionale, con una conseguente promozione del consumo di cibo locale, prodotto nel rispetto della biodiversità e delle risorse idriche disponibili.

Per approfondimenti è possibile scaricare il documento completo dal titolo “Sustainable Diets and Biodiversity” (Diete sostenibili e biodiversità), redatto dalla FAO e da Biodiversity International, a questo indirizzo.

Marta Albè

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