Educazione alimentare: bambini promossi e genitori bocciati

I comportamenti alimentari dei bambini stanno lentamente cambiando, e in meglio. E' quanto emerge dai questionari compilati dagli oltre 1500 alunni partecipanti al progetto Orto in condotta, promosso da Slowfood e Fondazione Bonduelle. Ma ad essere bocciati sono, questa volta, i genitori: insegnano ai loro figli i principi di una sana alimentazione, ma poi raramente li applicano davvero quando si mettono ai fornelli.

Eppur si muove: sicuramente, rispetto ai dati di qualche anno fa, i comportamenti alimentari dei bambini stanno lentamente cambiando, e in meglio. È quanto emerge dai questionari compilati dagli oltre 1500 alunni partecipanti al progetto Orto in condotta, promosso da Slowfood e Fondazione Bonduelle. Ma ad essere bocciati sono, questa volta, i genitori: insegnano ai loro figli i principi di una sana alimentazione, ma poi raramente li applicano davvero quando si mettono ai fornelli.

Se da un lato, infatti, si percepisce una nuova consapevolezza nei più piccoli sull’importanza di frutta e verdura (“La verdura è buona e fa crescere sani e forti” è stata una risposta molto gettonata nei questionari), dall’altro emerge con chiarezza che i pasti all’interno delle mura domestiche continuano ad essere composti in prevalenza da carboidrati (pane, pasta e pizza) mentre solo il 49% dei piccoli intervistati dichiara di consumare ortaggi e legumi oltre 4 volte la settimana. Spesso poi si nota una certa confusione: molti bambini (ben il 63%) quando parlano genericamente di verdure presenti nei loro pasti si riferiscono principalmente alle patate (soprattutto fritte!) e raramente al resto.

Ma qualcosa di buono, come vi dicevamo, in realtà c’è: rispetto ai dati raccolti da Fondazione Bonduelle 5 anni fa in occasione del programma “Amici per la tavola: alla scoperta della corretta alimentazione”, il 76% del campione dichiara di apprezzare la verdura a tavola (con la medaglia d’oro che va ai bambini toscani, 100%!) e solo il 10% non ne gradisce il gusto, contro il 24% della passata inchiesta.

I più piccoli stanno inoltre imparando a riconoscere i diversi tipi di ortaggi e legumi, merito evidentemente del fatto che essi entrano sempre più spesso nelle loro case: se infatti 5 anni fa il 40% degli scolari non riusciva a riconoscere l’immagine di un carciofo o di un cespo d’insalata, e un bambino su cinque ignorava addirittura che i piselli crescessero in un baccello, oggi ben l’83% dimostra di saper indicare con precisione le varie tipologie di ortaggi.

Confermato anche l’importante ruolo delle mense scolastiche: ben il 60% delle verdure consumate vengono infatti mangiate a pranzo, segno che molto ancora andrebbe fatto all’interno delle famiglie.

Siamo purtroppo ancora lontani dalle 5 porzioni al giorno consigliate dal programma internazionale 5 a Day, ma passi avanti sono comunque stati fatti in poco tempo, merito anche dei numerosi programmi di educazione alimentare promossi da associazioni, enti ed istituzioni su tutto il territorio nazionale. Forse però ora sarebbe il caso di educare anche i genitori.

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