Celiachia: una nuova tecnica per rilevare minime tracce di glutine negli alimenti

Celiachia, è in arrivo una nuova tecnica per rilevare tracce minime di glutine negli alimenti. Si tratta di un metodo a sensibilità molto elevata, ben 100 volte superiore a quanto a disposizione fino ad ora.

Celiachia, è in arrivo una nuova tecnica per rilevare tracce minime di glutine negli alimenti. Si tratta di un metodo a sensibilità molto elevata, ben 100 volte superiore rispetto a quanto a disposizione fino ad ora.

Si prevede che ciò possa rendere più sicura l’assunzione di alimenti da parte di pazienti affetti da celiachia. La nuova tecnica è nata da una collaborazione tra gli istituti del Cnr che si occupano di biochimica, scienza dell’alimentazione, cibernetica, microelettronica e ottica.

Lo studio in questione è stato pubblicato su Nature Communications con il titolo di “Active accumulation of very diluted biomolecules by nano-dispensing for easy detection below the femtomolar range”.

Come hanno sottolineato gli esperti, la tecnica si basa sull’utilizzo dell’effetto piroelettrico, che riguarda la formazione temporanea di cariche elettriche di segno opposto per accumulare su un supporto ad hoc molecole presenti in tracce, che divengono così rilevabili tramite uno strumento di lettura a scansione, ad esempio uno scanner in fluorescenza.

Simonetta Grilli, esperta dell’Ino-Cnr, ha fatto riferimento alle proteine di gliadina, le principali componenti del glutine. I risultati ottenuti con la nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione pari a 0.005 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili della celiachia, rispetto ai 0.3 ppm delle migliori tecniche reperibili in commercio, ovvero con un miglioramento di circa cento volte.

Quindi, secondo quanto sottolineato dall’esperta, potrebbe essere di grande aiuto nella produzione di alimenti etichettati gluten-free per rilevare tracce minime di contaminazione non rilevabili con tecniche tradizionali, ma la cui ingestione può comportare danni anche gravi al soggetto celiaco.

Il lavoro è stato sviluppato nell’ambito di un Progetto di ricerca nazionale finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’ambito del Fondo per gli investimenti della ricerca di base, con un coinvolgimento fortemente interdisciplinare.

“Il nostro obiettivo ora è di miniaturizzare il sistema di accumulo piroelettrico per renderlo più compatto e fruibile da personale non specializzato, senza ricorrere a lunghe e dispendiose analisi in laboratorio“, ha concluso Pietro Ferraro, responsabile del gruppo di ricerca e neo-direttore dell’Icib-Cnr, “che si inserisce molto bene nella nuova missione dell’Istituto di cibernetica”.

Dunque gli alimenti etichettati come gluten-free ora saranno più sicuri?

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