Epatite A: in Italia un nuovo picco per colpa dei frutti di bosco congelati

Torna la paura per l'Epatite A in Italia. La malattia, nel nostro paese, ha dei picchi endemici che si sono ripetuti nel corso degli ultimi 20 anni. E proprio in questi giorni si teme che l'infezione provocata dal virus HAV possa diffondersi. Finora, secondo gli studi effettuati dal Ministero della Salute al momento sul banco degli imputati vi è un campione di frutti di bosco

Torna la paura per l’Epatite A in Italia. La malattia, nel nostro paese, ha dei picchi endemici che si sono ripetuti nel corso degli ultimi 20 anni. E proprio in questi giorni si teme che l’infezione provocata dal virus HAV possa diffondersi. Finora, secondo gli studi effettuati dal Ministero della Salute al momento sul banco degli imputati vi è un campione di frutti di bosco.

A seguito di consumo di una torta guarnita con frutti di bosco, verificatosi ad aprile 2013, è stato effettuato il campionamento e l’analisi di una confezione ancora integra di frutti di bosco misti congelati, sui qual i è stato riscontrato il virussi legge nella circolare del Ministero.

Sebbene le indagini per verificare la possibile origine della contaminazione non siano ancora terminate, è già stato attivato il sistema di allerta rapido comunitario RASFF sugli alimenti visto che i frutti di bosco sottoposti ad analisi provenivano da diversi Paesi esteri, come Bulgaria, Polonia e Serbia, e dal Canada.

La vicenda ha avuto inizio lo scorso aprile quando sono stati segnalati tramite il Sistema di Epidemic Intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (Epis-Fwd) e il Sistema di allerta rapida della Commissione europea (Eers), due cluster internazionali di Epatite A. Il primo nei Paesi nord-europei, probabilmente legato al consumo di frutti di bosco congelati di importazione e il secondo in turisti di rientro dall’Egitto. Inoltre i primi di maggio sono stati inoltre segnalati casi di Epatite A in turisti stranieri che avevano soggiornato in Nord Italia.

Ma spiega Maria Elena Tosti, del reparto Epidemiologia clinica e linee guida del Cnesps-Iss, che l’ eccesso di casi di epatite A è stato notato in Italia grazie al sistema di sorveglianza Seieva, a partire dal mese di settembre 2012, col picco nei mesi da gennaio ad aprile 2013. “Dall’analisi dei casi Seieva per regione, l’aumento del numero di nuovi casi è registrato nella maggior parte delle Regioni del centro-nord (in particolare Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Veneto) e in una Regione del sud (Puglia)dice la dott.ssa Tosti.

Secondo la circolare del Ministero, dai dati è emerso, negli ultimi mesi, un importante incremento, rispetto agli anni precedenti, dei casi di epatite A in Italia: “In particolare, su 16 regioni che hanno trasmesso dati aggiornati al 20 maggio 2013, risulta un incremento delle notifiche di Epatite A pari al 70% nel periodo marzo-maggio2013 rispetto allo stesso periodo del 2012“.

Per questo il Ministero ha ritenuto necessario rafforzare la sorveglianza dell’Epatite virale A ed avviare indagini sul territorio nazionale per identificare le possibili fonti.

Francesca Mancuso

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