Vetri di forno e doccia che esplodono all’improvviso: molte segnalazioni, ma chi paga?

Sono molte le segnalazioni di consumatori che si trovano con vetri temperati di elettrodomestici o oggetti rotti improvvisamente

Le testimonianze dei consumatori che si trovano improvvisamente alle prese con il vetro del forno rotto o con misteriose esplosioni di altri elettrodomestici o oggetti si stanno accumulando, ma i produttori sono riluttanti a riconoscere la propria responsabilità in caso di esplosione del vetro temperato.
A denunciare quanto accade è la rivista francese 60 millions de consommateur che segnala lo shock di alcuni consumatori nel momento in cui, in maniera del tutto inaspettata e senza alcun apparente motivo, si trovano con un vetro rotto.
La finestra della doccia nel mio bagno è esplosa senza motivo“, “Stamattina ho trovato esploso il mio radiatore [di vetro]” o ancora “Quando ci siamo svegliati, abbiamo trovato il vetro esterno [del nostro forno] rotto” sono alcune delle testimonianze raccolte.

Lavabi, tavolini, stufe a pellet, sono davvero molti gli oggetti interessati da questo problema ma tutti accomunati dal fatto di essere realizzati in vetro temperato che dovrebbe, almeno in teoria, essere molto resistente.

La rivista segnala che il problema si riscontra maggiormente sui forni, di cui diverse persone hanno segnalano esplosioni durante la pirolisi, un processo di pulizia che porta la temperatura a circa 500°C.

60 millions de consommateurs ha cercato di capire quale può essere il problema contattando il produttore di elettrodomestici Whirlpool che ha spiegato:

Perché un vetro temperato si rompa deve presentare una microfrattura, spesso non visibile ad occhio nudo, ma che indebolisce il vetro. Quando si verifica un nuovo shock o un cambiamento di temperatura, ad esempio quando si attiva la pirolisi, il vetro interno potrebbe rompersi.

La questione in realtà non è nuova e già nel 2010 la Commissione per la sicurezza dei consumatori (CSC) aveva pubblicato un rapporto sull’argomento, basandosi in particolare su casi di lavandini dei bagni e vetri delle docce che si sono rotti improvvisamente.

Secondo il documento della Commissione, il problema sembra essere anche nel metodo del “temperaggio” stesso che prevede il raffreddamento del vetro mediante l’applicazione di potenti getti d’aria sulla sua superficie. Il che lo comprime e lo rende più solido. Ma non sempre! Se il raffreddamento non è omogeneo, possono sorgere tensioni all’interno del vetro e romperlo, il più delle volte durante l’operazione ma a volte la rottura avviene “dopo l’installazione o anche qualche utilizzo dell’elemento in vetro”.

Fortunatamente, il rischio di tagliarsi è raro poiché il vetro temperato ha la caratteristica di frantumarsi in una moltitudine di piccoli pezzi non taglienti. Quindi, secondo la Commissione, “i frammenti dopo la rottura del vetro temperato non sono considerati pericolosi”.

Ma di chi è la responsabilità?

Appurato che è difficile farsi male in seguito all’esplosione di un vetro temperato, rimane il problema oggettivo che qualcuno dovrà pagare per il risarcire il danno. Come segnalato dai consumatori, però, non è sempre facile sapere a chi rivolgersi.

Chiediamo spiegazioni a Ikea, che rimanda il problema a Electrolux, e quando chiediamo a Electrolux, si riferisce a Ikea – ha testimoniato una coppia il cui vetro del forno si è rotto nel cuore della notte.

Insomma produttori e rivenditori spesso si rimbalzano la palla ma non sempre, Whirlpool ha assicurato ad esempio che “la sostituzione del vetro è coperta dalla nostra garanzia commerciale e dai nostri accordi con i nostri distributori partner”.

Cosa fare?

La rivista dei consumatori francesi consiglia, in caso la garanzia del prodotto sia già scaduta, di invocare la garanzia legale contro i vizi occulti,  valida per due anni dalla scoperta del difetto e per cinque anni dall’acquisto.

O almeno di provarci, dato che il passaggio successivo sarebbe quello di citare in giudizio il venditore o il produttore.

Sarà poi necessaria una perizia: il consumatore può chiedere al tribunale di nominare un perito, oppure vedere se la sua garanzia di tutela legale offre questo tipo di servizio. Ma dimostrare che l’acquirente non è responsabile del danno non sarà facile. Secondo il documento CSC, è quasi impossibile identificare chi sia all’origine dello shock iniziale: il fabbricante di vetro, il costruttore, il rivenditore, il trasportatore, il fattorino… o il consumatore?

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