C’è anche un motivo scientifico del perché dovresti continuare a comprare nei negozietti di quartiere (e non nei centri commerciali)

Acquistare alimenti nelle botteghe e nei piccoli negozi sotto casa non ci aiuta soltanto a portare in tavola cibi più genuini: ha un impatto positivo anche sull'ambiente e può aiutarci a portare avanti una piccola rivoluzione a livello socio-economico. Adesso uno studio prova a dimostrarlo

Lo scoppio della pandemia di Covid-19 ci ha fatto riscoprire il piacere di fare la spesa nei piccoli negozi alimentari, nelle botteghe e negli ortofrutta locali. I periodi di lockdown e le restrizioni imposte nei vari Paesi ci hanno portato ad evitare quei luoghi affollati come i grandi supermercati e i centri commerciali.

I piccoli produttori e i fornitori di quartiere si sono fatti avanti, rivelandosi fondamentali in diverse occasioni. E proprio su questo scenario si è concentrato un nuovo studio condotto dall’Università di Sheffield, che ha confermato quanto sia importante valorizzare i sistemi alimentari locali, non solo nei momenti d’emergenza ma sempre.

Il progetto di ricerca o, guidato dalla dottoressa Anna Krzywoszynska, ha preso in esame la situazione nel Regno Unito. Nello specifico lo studio si è focalizzato su come hanno reagito le organizzazioni e le imprese del settore alimentare locale tra il 2020 e il 2021 alle difficoltà legate alla pandemia. I dati raccolti riguardano l’esperienza di 12 piccole aziende e organizzazioni alimentari locali.

I sistemi alimentari locali nel Regno Unito differiscono da quello tradizionale sotto vari aspetti. Si basano sulla coltivazione e produzione di cibo vicino al luogo di consumo e sulla distribuzione degli alimenti attraverso filiere corte (es. vendita diretta). – spiegano gli studiosi inglesi – In genere utilizzano anche metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e adottano modelli di business basati su salari e contratti equi.

Come ha reagito il settore alimentare locale durante la pandemia

Dallo studio portato avanti in Gran Bretagna sono emersi diversi risultati degni di nota, ovvero:

  • i produttori e i fornitori di cibo locali hanno saputo reagire di fronte alle difficoltà connesse alla pandemia, contribuendo alla resilienza di tutti i sistemi alimentari del Regno Unito
  • il settore alimentare locale offre una visione ambiziosa che può diventare un motore di trasformazione sociale, economica ed ecologica nel Paese
  • esistono degli ostacoli sistemici che non permettono alle piccole realtà di crescere

Infine il team di studiosi si è chiesto quali fossero le sfide che è chiamato ad affrontare il settore alimentare locale.

Abbiamo intrapreso una revisione delle pubblicazioni chiave che commentano lo stato del sistema alimentare del Regno Unito sulla scia della pandemia (2020-2021). – chiariscono i ricercatori – Abbiamo analizzato 30 pubblicazioni del settore alimentare locale e del mainstream (comprese le principali politiche alimentari nazionali pubblicate in questo periodo, come The National Food Strategy). Gli attori tradizionali vedono il cibo locale come un’aggiunta al sistema alimentare esistente. Al contrario, gli attori del cibo locale considerano questi alimenti fondamentali per una trasformazione all’ingrosso del sistema alimentare del Regno Unito, in grado di aumentare la resilienza, la sostenibilità e il valore sociale. La profonda divergenza tra queste posizioni suggerisce che al momento c’è poco spazio per il dialogo tra i gruppi, a parte questioni specifiche, ad esempio gli appalti pubblici.

modelli alimentari

@University of Sheffield

I motivi per sostenere i piccoli produttori locali

Fare acquisti nei piccoli negozi alimentari è un’azione che porta ad una serie di sorprendenti benefici per la società, ma anche per l’ambiente.

Il cibo può essere più economico nei supermercati, ma questo può comportare costi più elevati in termini di impatto ambientale o sociale. – sottolinea – Anna Krzywoszynska – Il settore alimentare locale ha spesso standard migliori in termini di produzione, commercio e manodopera, quindi le barriere all’ingresso dovrebbero essere rimosse per consentire la crescita di nuove imprese, ad esempio offrendo prestiti a basso interesse per le start-up e un migliore accesso alla terra per la produzione alimentare locale.

Spendere qualche centesimo in più per comprare frutta e verdura al mercato o al negozietto del proprio quartiere significa fare un regalo alla biodiversità e ai lavoratori (oltre che portare a casa cibo genuino e a km 0).

La nostra ricerca mostra che un sistema alimentare più diversificato, che include organizzazioni locali del settore alimentare, fornisce resilienza che aiuterà a proteggere la nazione durante eventuali crisi future simili. – prosegue Krzywoszynska –  Il messaggio più grande che possiamo inviare con questa ricerca è che per la resilienza è necessaria la diversità, poiché un sistema semplice sarà sempre vulnerabile a shock come la pandemia. È fondamentale che queste lezioni vengano recepite dai responsabili politici e che riconoscano il valore della rilocalizzazione del nostro settore alimentare, supportando le imprese locali, non solo per sopravvivere come tampone di emergenza quando necessario in tempi di crisi, ma per prosperare a lungo termine e migliorare il modo in cui accediamo e ci godiamo il cibo nel Regno Unito.

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Fonte: Università di Sheffield

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