Meno olio di oliva, passata di pomodoro e pasta a causa della crisi climatica: l’allarme lanciato dai coltivatori

A causa della crisi climatica, alcuni alimenti tipici della dieta mediterranea hanno registrato un importante calo della produzione in Italia. Si tratta in particolare di olio extravergine di oliva, pomodori per le passate, polpe, ecc. ma anche grano duro per la pasta

Tra siccità, carenza di materie prime e crisi energetica, l’annata non si prospetta buona per diversi prodotti alimentari. Non si tratta solo dei problemi internazionali, ormai tristemente noti, a gravare sulla produzione italiana è anche (o soprattutto) la crisi climatica.

A fare il punto della situazione è Coldiretti, in occasione della Giornata del Ringraziamento di oggi in cui l’associazione dei coltivatori, già dal 1951 quando fu promossa per la prima volta l’iniziativa, fa il bilancio dell’anno di lavoro.

I dati dell’analisi Coldiretti non sono certo confortanti e, a causa dei cambiamenti climatici, stiamo rischiando di perdere i buoni raccolti del passato, utili a realizzare alcuni alimenti base della dieta mediterranea.

Gli alimenti che rischiano di più a causa della crisi climatica

Si parla di riduzione dei raccolti in particolare per 3 alimenti chiave della nostra alimentazione:

Coldiretti specifica meglio come mai ci troviamo di fronte a questa situazione.

Il problema più serio è stato indubbiamente la devastante siccità che c’è stata nel 2022, dove nei primi 10 mesi si è registrata una temperatura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica e precipitazioni ridotte di oltre 1/3 (secondo Isac Cnr).

I cambiamenti climatici, che hanno portato anche ad un moltiplicarsi di eventi estremi, hanno causato al settore agricolo gravi danni, stimati in oltre 6 miliardi di euro (pari al 10% della produzione nazionale).

Olio extravergine di oliva

Nel caso dell’olio extravergine di oliva, Coldiretti scrive che c’è:

Un crollo della produzione nazionale di olive per l’olio scesa a 230 milioni di chili con un calo del 30%, a causa di una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni diverse aziende hanno deciso di non intervenire tanto che le tavole del Belpaese devono dire addio a quasi 1 bottiglia su 3 di olio extravergine Made in Italy.

Leggi anche: Perché rischiamo a breve di trovare sempre meno olio extra vergine di oliva italiano sugli scaffali

Pomodori per passate, pelati e polpe

Sul fronte dei raccolti di pomodoro, la Coldiretti stima per quest’anno:

una produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato di 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, in calo dell’11% rispetto al 2021 con l’Italia che si classifica così al terzo produttore mondiale del 2022, dopo gli Usa leader mondiali e la Cina.

Le importazioni di pomodoro nel nostro Paese sono comunque molto rilevanti: nei primi 7 mesi del 2022 sono stati importati complessivamente ben 120 milioni di chilogrammi di derivati del pomodoro da Cina, Spagna, Turchia e Stati Uniti.

Grano per la pasta

In calo anche la produzione di grano duro per la pasta:

stimata in 3,8 milioni di tonnellate in calo del 5% nonostante l’aumento delle superfici coltivate che sono passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021 per una strategica filiera nazionale della pasta che coinvolge 200mila aziende agricole italiane.

La Coldiretti ricorda infine una cosa molto importante: il fatto che i raccolti nazionali siano in calo, non è solo un danno per l’agricoltura e l’economia del nostro Paese,  ma anche un rischio concreto per i consumatori.

In che senso? Si rischia di incorrere più spesso in frodi alimentari, ovvero trovarsi alle prese con prodotti esteri spacciati per italiani. Ecco perché sarebbe importante acquistare direttamente da agricoltori o produttori di fiducia.

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Fonte: Coldiretti

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