Truffa del falso olio extravergine d’oliva: scoperte decine di prodotti irregolari in tutta Italia

Vi ricordate i vari test condotti sull'olio extravergine d'oliva che hanno più volte segnalato come alcuni marchi non fossero davvero "extravergini"? Ebbene un'indagine della Guardia di Finanza conferma la presenza sul mercato di oli "vergini" etichettati come "extravergini". 25 dei 102 campioni di olio prelevati sono risultati irregolari

La Guardia di Finanza e l’Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF) hanno condotto un’ampia indagine sull’olio extravergine d’oliva (operazione “Verum et Oleum”), che ha portato ad effettuare 183 controlli in tutta Italia, con l’obiettivo di tutelare questo prezioso prodotto della dieta mediterranea.

Le ispezioni hanno riguardato sia operatori del settore oleario presenti sul territorio nazionale, che i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera.

Cosa ha scoperto l’indagine? Come già avevano segnalato più volte alcuni test condotti in Italia e all’estero sull’olio, questo non è sempre vero “extravergine”.

Anche se non pericolosa per i consumatori, si tratta comunque di una frode ai loro danni, dato che le persone sono convinte di acquistare (e pagano per avere), un prodotto che in realtà è di qualità inferiore.

Tra l’altro, la percentuale dei prodotti truffaldini scoperti non è certo irrilevante.

Come si legge sul sito della Guardia di Finanza:

Il 27,2% dei campioni prelevati è risultato irregolare, per complessivi 2.300.000 litri di olio non conformi alla normativa comunitaria e nazionale. Dei 102 campioni prelevati e sottoposti ad analisi presso i laboratori dell’ICQRF, 25 sono risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato ossia per olio qualificato come extravergine di oliva, ma in realtà rilevato dalle analisi come vergine.

In seguito all’indagine, 10 persone sono state denunciate per presunta frode in commercio. Purtroppo, come avviene spesso in questi casi, soprattutto quando poi scattano denunce ed ulteriori indagini, anche stavolta non sono stati resi noti i nomi dei produttori e quindi delle marche di olio coinvolte. 

Nel corso delle ispezioni sono state contestate anche 33 violazioni amministrative per la tenuta dei registri, in merito alla documentazione obbligatoria e ai requisiti di tracciabilità (per un importo complessivo di oltre 10.000.000 di euro destinati al gettito erariale).

Sono stati infine eseguiti 5 sequestri amministrativi, per un valore complessivo di oltre 170.000 euro, e presentate 5 diffide.

Sembra dunque che i vari test condotti sull’olio, spesso criticati per i loro risultati “scomodi”, avessero in realtà ragione, almeno nel segnalare una tendenza esistente e che riguarda l’olio d’oliva.  Diversi marchi italiani in quelle occasioni sono stati “declassati” da extravergini a semplici vergini.

Per approfondire leggi anche:

E proprio per il suo test sugli oli extravergini d’oliva italiani che non lo sono davvero, Il Salvagente è stato anche condannato, con provvedimento dell’Autority, a pagare 25000 euro. Ne abbiamo parlato nel seguente articolo: Olio di oliva: l’Antitrust non ha bocciato il test de Il Salvagente, come stanno realmente le cose

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Fonte: Guardia di finanza

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