Negli allevamenti intensivi, i salmoni vivono in condizioni terribili di sovraffolamento e soggetti al rischio malattie (per questo si dispensano farmaci). Dovremmo quindi optare per il salmone d'allevamento biologico?
Il salmone è un pesce amatissimo e sempre più consumato, anche grazie all’ormai globale popolarità del sushi. Dietro la sua produzione, però, si nascondono tanti retroscena di cui abbiamo parlato più volte, riportando in vari articoli quanto scoperto e documentato da investigazioni, test e indagini shock sulle condizioni dei salmoni negli allevamenti intensivi.
Questi luoghi sono dei veri e propri lager dove i pesci vivono in condizioni di sovraffollamento e costantemente a rischio malattie (per questo gli vengono spesso dispensati antibiotici e altri farmaci). Leggi anche: Questo documentario ti farà perdere la voglia di mangiare salmone: la verità dietro gli allevamenti
Ma un domanda potrebbe sorgere spontanea: il salmone d’allevamento biologico è migliore? In teoria sì, dato che vanta una certificazione che dovrebbe garantire una maggiore sicurezza in fatto di sostanze utilizzate sui salmoni ma anche un certo benessere animale.
Ma è proprio così? Purtroppo, un’inchiesta condotta sul salmone scozzese ci mostra una realtà ben diversa.
Diverse organizzazioni, tra cui WildFish, Pesticide Action Network e Blue Marine Foundation, hanno lanciato un duro attacco contro la certificazione biologica del salmone d’allevamento scozzese concessa dalla Soil Association, ente britannico che certifica gli alimenti bio nel Regno Unito. Questi gruppi sostengono che gli standard adottati sono inadeguati e non affrontano in modo efficace gli impatti ambientali negativi degli allevamenti.
Rachel Mulrenan, direttrice scozzese di WildFish, ha dichiarato senza mezzi termini che il termine “salmone scozzese biologico” è fuorviante in quanto:
I pesci vengono allevati allo stesso modo di tutti i salmoni d’allevamento scozzesi: in gabbie a rete aperta, dove tutti i rifiuti dell’allevamento confluiscono direttamente nei laghi e negli stretti circostanti, comprese le feci e il mangime non consumato.
Almeno sul fronte dell’utilizzo di farmaci e pesticidi la situazione è migliore? La risposta è no: gli standard proposti dalla Soil Association continuano, ad esempio, a consentire l’uso di sostanze chimiche come la deltametrina, pesticida chimico tossico per le specie marine.
C’è da considerare poi che, anche negli allevamenti biologici, tanti salmoni muoiono prematuramente.
Potete approfondire quanto scoperto da Wild Fish nel seguente articolo: Altro che biologico, il salmone d’allevamento scozzese è insostenibile (e la certificazione solo greenwashing).
Come avrete capito, scegliere salmone di allevamento biologico (almeno quello scozzese ma temiamo che la situazione sia simile anche altrove) non è purtroppo un’opzione valida. Se proprio dovete consumare salmone, optate per quello selvaggio (che non arriva quindi da allevamenti di alcun tipo).
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Fonte: WildFish
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