Shrinkflation: dai biscotti al cioccolato, nuova indagine conferma che ci stanno rimpicciolendo il cibo

Dopo l'indagine ministeriale, il quotidiano francese "Le Monde" rivela il lato oscuro dello shrinkflation, mettendo in guardia i consumatori sempre più esasperati

Confezioni sempre più piccole e leggere, prezzi invariati (se non aumentati). No, non è una vostra impressione: è lo shrinkflation, un fenomeno truffaldino messo in atto dalle aziende produttrici di cibo, bevande, detersivi e prodotti per la casa.

Consiste, in sostanza, nell’ingannare il consumatore proponendogli bottiglie leggermente meno capienti, confezioni un po’ più piccole, una riduzione del numero dei prodotti all’interno di una scatola – il tutto per mantenere il prezzo finale più o meno invariato o quantomeno per contenere i forti aumenti dovuti all’inflazione in atto.

Un’indagine del quotidiano Le Monde approfondisce la spinosa questione. Sono molti i brand francesi che hanno ridotto confezioni, porzioni e dosi in nome dello shrinkflation: fette di salumi sempre più piccole, sfoglie e pizze pronte sempre più leggere, pacchetti di biscotti con meno biscotti rispetto al passato, scatole di cioccolatini con meno pezzi, porzioni più piccole di formaggio.

Il tutto allo stesso prezzo di prima, se non anche a un prezzo più alto. I consumatori, ovviamente, si sono accorti della truffa e non ne sono affatto contenti. Sempre più francesi usano i social network come valvola di sfogo, lamentandosi di essere presi in giro dalle loro aziende preferite.

Sia chiaro: la riduzione delle quantità di un prodotto all’interno di una confezione non è vietata dalla legge – ciò che si contesta sono le modalità con cui questa riduzione viene effettuata, ovvero tenendo i consumatori all’oscuro. Il processo deve essere trasparente per il consumatore, che deve essere informato prima dell’acquisto.

Leggi anche: Dalla shrinkflation alla cheapflation: i “trucchi” delle aziende per aumentare (di nascosto) i prezzi

Nei mesi scorsi, l’associazione dei consumatori FoodWatch aveva chiesto alla Ministra per il commercio Olivia Grégoire l’avvio di un’indagine sul fenomeno nascosto, al fine di limitarlo il più possibile. Il Ministero ha effettuato una trentina di controlli una trentina di controlli sul peso e sull’etichettatura dei prezzi dei prodotti.

I risultati parlano chiaro: alcuni prodotti in commercio nei supermercati francesi presentano effettivamente una differenza tra il peso reale e il peso indicato sulla confezione. Per tutti gli altri prodotti le cui quantità sono state ridotte, le confezioni specificano in etichetta il nuovo peso – quindi, in questi casi l’azienda produttrice non può essere imputata di alcun reato.

Le etichette truffaldine esistono, ha spiegato la Ministra al quotidiano Le Monde, ma non sono così diffuse come si potrebbe pensare. Ad ogni modo, è necessario migliorare la trasparenza e l’informazione dei consumatori.

Per iniziare a farlo in modo capillare, il Governo francese sta pensando di creare un’app gratuita, per permettere ai consumatori di trasformarsi da compratori in “investigatori”, segnalando all’attenzione degli esperti ministeriali i fenomeni di shrinkflation in cui si imbattono.

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Fonte: Le Monde / FoodWatch

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