O Bag, indagato per frode fiscale il noto marchio di borse

La società padovana secondo la Guardia di Finanza avrebbe evaso il fisco italiano per ben 5 anni, dal 2012 al 2016

O Bag, il celebre marchio di borse, è finito nel mirino della Guardia di Finanza con l’accusa di frode fiscale internazionale. In tutto sono 5 le persone indagate tra cui soci e amministratori della società.  Ma non solo: è stato effettuato un sequestro preventivo di beni pari a 4 milioni di euro, nelle province di Belluno, Padova e Venezia.

Guai in vista per O Bag, accusata di frode fiscale. La società padovana, che vende borse in tutto il mondo, secondo quanto emerso da un’articolata attività investigativa avrebbe evaso il fisco italiano per ben 5 anni, dal 2012 al 2016, attraverso un sistema di pagamenti all’estero di royalties non dovute pari a 16,6 milioni di euro.

La vicenda

O Bag è finita nel mirino dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Padova. La società, secondo la Guardia di Finanza,

“si è avvalsa di sofisticati sistemi di schermatura societaria per far figurare la riconducibilità di un noto marchio ad un’impresa con sede in un ‘paradiso fiscale’ e per ottenere indebiti risparmi d’imposta in Italia. La disamina della copiosa documentazione acquisita nel corso di una verifica fiscale e le notizie apprese dai Finanzieri mediante i canali di cooperazione con le autorità fiscali estere hanno permesso di accertare che il “brand” era stato artificiosamente intestato ad un soggetto britannico, previo mandato fiduciario a questi conferito da una società delle Isole Cayman, comunque riconducibile alle persone fisiche di riferimento dell’azienda italiana” si legge nel comunicato ufficiale.

In altre parole, il marchio era stato intestato a un cittadino britannico tramite un mandato riconducibile a una società delle Cayman. Ai militari però il rocambolesco giro non è sfuggito. Così dopo una serie di controlli essi hanno scoperto

“che il marchio era stato concepito e valorizzato sin dall’origine dall’impresa verificata, che ne aveva quindi l’incondizionata disponibilità”.

Un escamotage, ideato anche grazie alla collaborazione di un commercialista inglese di origine italiana, che ha permesso a O Bag di non sborsare al fisco italiano circa 4 milioni di euro.

Per questo, il  G.I.P. del Tribunale di Padova ha disposto il sequestro di beni di pari importo tra cui 12 immobili nelle province di Belluno, Padova e Venezia e titoli azionari per 2,5 milioni di euro.

Fonti di riferimento: Guardia di Finanza,

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