I veleni in quei vestiti “Made in Italy”, ma prodotti all’estero. Grandi firme, grandi imbrogli

Sostenibilità, diritti per l’ambiente e per i lavoratori, sono le parole magiche usate dalla grandi azienda di mode. Ma a svelarci buona parte di ciò che si nasconde dietro i prodotti 'Made in Italt' che in realtà, provengono dall’estero, è Report su Rai3.

Sostenibilità, diritti per l’ambiente e per i lavoratori, sono le parole magiche usate dalla grandi azienda di mode. Ma a svelarci buona parte di ciò che si nasconde dietro i prodotti ‘Made in Italt’ che in realtà, provengono dall’estero, è Report su Rai3.

Zara, Tommy Hilfiger, H&M, Gap, Pepe Jeans. Ma anche Gas o Missoni. La maggior parte dei grandi marchi della moda italiana e internazionale ha trasferito l’intera produzione in paesi dove la manodopera costa poco e i controlli sono spesso inesistenti spiega l’inchiesta di Emanuele Bellano.

Ma ciò nonostante garantiscono che la loro catena produttiva tuteli la salute dei lavoratori, quella dei consumatori, l’ambiente. La realtà è ben diversa quando a documentarla sono telecamere nascoste in alcune fabbriche in Cina e Nord Africa.

In Cina sono prodotti i tessuti che poi troviamo a Milano, Londra e Parigi e dove, secondo un consulente aziendale, c’è la totale inadeguatezza dei responsabili di settore e tutto viene fatto a casaccio quando si tratta di sostanze chimiche e coloranti.

E mentre il manager aziendale racconta di protezione adeguata per i lavoratori, di guanti e strumentazione adeguata, Bellano entra nella fabbrica e si trova davanti uno scenario catastrofico.

Lavoratori che si comportano come automi, che a mani nude maneggiano sostanze chimiche e macchinari luridi e vecchi. Rumore assordante, odore di veleni e la situazione è uguale anche in altre fabbriche cinesi dove il personale lavora accanto a barili tossici e infiammabili sotto un tetto di lamiera.

Ecco la reazione di un dirigente Ikea quando vede le riprese di Report nelle fabbriche cinesi da cui vengono i prodotti:

Eppure dice Bellano, l’utilizzo di sostanze chimiche è regolato da norme rigorose e molte case di moda vietano quelle tossiche, ma quando i tessuti sono prodotti in paesi non europei, il rischio che la legge venga raggirata è altissimo.

L’Echa ad esempio, vieta i prodotti che sono tossici per i pesci (il simbolo è la figura di un pesce), e per quelli tossici l’uomo sia per inalazione che per contatto (il simbolo è una X) consiglia l’uso di guanti, maschere e protezioni.

“A confezionare i capi dei grandi marchi della moda sono anche queste aziende, in Tunisia, di proprietà di imprenditori italiani- dice il giornalista- uno di quelli che incontriamo si vanta di assomigliare a Mussolini ed è fiero di usare metodi squadristi per tenere in riga i lavoratori che chiedono semplicemente il rispetto dei diritti”, guardate:

Ma in Cina, i lavoratori spalmano a mani nude, questi prodotti. E quando Bellano chiede spiegazioni, i responsabili chiosano: “li avranno tolti per il pranzo, la prossima volta gli diremo di tenerli sempre”.

Ricordiamo che in questi stabilimenti si producono capi per Zara, Tommy Hilfiger,H&M, Gap.

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Dominella Trunfio

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