Moda Detox: tutti i marchi liberi da sostanze tossiche

Anche quest’anno Greenpeace aggiorna la Sfilata Detox, la piattaforma che valuta 19 marchi della moda che si impegnano (o hanno promesso di farlo) nell'eliminazione di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

Moda Detox: quali sono le aziende d’abbigliamento che investono davvero in un futuro libero da sostanze tossiche? Anche quest’anno Greenpeace aggiorna la Sfilata Detox (#DetoxCatwalk), la piattaforma che valuta 19 marchi della moda che si impegnano (o hanno promesso di farlo) nell’eliminazione di sostanze chimiche pericolose entro il 2020 dalle proprie filiere e nella lotta all’inquinamento delle risorse idriche.

La classifica valuta così i progressi di 19 grandi marchi della moda verso la completa eliminazione delle sostanze tossiche. Zara (marchio del gruppo Inditex), H&M e Benetton sono i marchi all’ “Avanguardia”, perché hanno tenuto fede ai loro impegni verso la completa rimozione delle sostanze tossiche. Al contrario Esprit, Nike, Victoria’s Secret e LiNing sono finiti nella categoria “Retrovie”, perché non si sono abbastanza sforzati per impedire l’inquinamento da sostanze chimiche generato dalle loro filiere produttive.

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Facciamo i complimenti a Benetton, H&M e Zara per come stanno guidando l’intero settore e imponendo un nuovo standard, a livello mondiale, per una moda libera dalle sostanze tossiche – dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia -. Queste aziende stanno dimostrando nei fatti che ripulire l’industria della moda dalle sostanze tossiche è già possibile”.

La Sfilata Detox valuta le prestazioni delle aziende che hanno aderito alla campagna di Greenpeace secondo criteri come l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti e dai processi produttivi e la pubblicazione di informazioni trasparenti sugli scarichi di sostanze tossiche da parte dei propri fornitori.

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Dei 19 marchi internazionali valutati, 12 si trovano nella categoria “La moda che cambia” ovvero rientrano tra quelli che – nonostante i numerosi progressi – devono migliorare in alcuni criteri di valutazione per poter rispettare le scadenze del 2020, che prevedono la completa eliminazione delle sostanze tossiche. Ad esempio Adidas, Burberry, Levi’s, Primark e Puma, adottando la lista di sostanze da eliminare proposta dal gruppo ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals), che valuta solo le immissioni di sostanze inquinanti e prevede limiti di tolleranza per alcune sostanze chimiche, continuano a tollerare l’inquinamento prodotto nelle varie fasi di lavorazione.

Altri marchi come C&A, Fast Retailing, G-Star, Mango e gli italiani Valentino e Miroglio pur rientrando nella stessa categoria, hanno un punteggio più alto perché hanno ottenuto risultati migliori in termini di eliminazione delle sostanze chimiche e trasparenza delle filiere produttive. Inoltre, si possono contare ben 50 aziende tessili, e 27 di queste appartengono al distretto di Prato, il più grande distretto tessile europeo che di fatto è diventato il cuore della rivoluzione Detox in atto nel nostro Paese.

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aziende detox

Perché moda Detox? Perché così, oltre a non metterci addosso sostanze tossiche, potremmo combattere l’inquinamento delle acque causato proprio dall’industria tessile e dell’abbigliamento, diventato oramai emergenza ambientale sempre più urgente. In Paesi come la Cina, per esempio, più dell’80% delle acque di falda non è potabile e quattro quinti dell’acqua proveniente da pozzi non è sicura a causa dell’inquinamento.

Consulta qui il documento con i dettagli per ogni marchio in PDF e tutti i criteri di valutazione.

Consulta la sfilata Detox di Greenpeace.

Germana Carillo

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