Ancora una volta il web ci documenta l’orrore dietro la produzione dei prodotti Shein: una studentessa di Bristol ha aperto i suoi pacchi shein e ha trovato uno scorpione
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Una storia che ha dell’incredibile: una studentessa dell’Università di Bristol ha vissuto una vera e propria disavventura quando ha aperto un pacco di vestiti ordinato da Shein, celebre marchio di fast fashion. All’interno, invece di trovare solo abiti, ha trovato uno scorpione vivo.
“Ho pensato fosse un giocattolo, poi si è mosso…”
Sofia Alonso-Mossinger, sorpresa e spaventata, ha raccontato alla BBC News di aver inizialmente creduto si trattasse di un falso. Ma quando la piccola creatura ha iniziato a muoversi, l’incredulità si è trasformata in paura. Le urla di Sofia hanno attirato subito l’attenzione dei suoi coinquilini: tra loro Phoebe Hunt, 18 anni, e il loro compagno di casa Oliver James, studente di zoologia, che ha preso in mano la situazione. Con un paio di pinze da cucina, Oliver ha messo lo scorpione in un contenitore sicuro fino all’arrivo di un esperto, che ha poi provveduto a raccogliere e mettere al sicuro l’animale.
Un incidente preoccupante per il fast fashion
Shein, informata dell’accaduto, ha dichiarato di aver avviato un’indagine per capire come sia stato possibile che uno scorpione, vivo e vegeto, sia finito in uno dei suoi pacchi. L’incidente solleva questioni importanti non solo per l’azienda ma anche per tutto il settore del fast fashion, già oggetto di critiche per la scarsa attenzione alla sostenibilità e ai diritti dei lavoratori.
La situazione richiama, inoltre, i rischi potenziali legati alla globalizzazione delle filiere produttive: un abito o un pacco viaggiano attraverso più paesi, fabbriche e mani prima di arrivare al cliente, con il rischio di portare con sé più di quanto ci si aspetti.
Un segnale per i consumatori?
Questo episodio, oltre a fare scalpore, è un’occasione per riflettere sulle scelte di acquisto: il fast fashion può sembrare conveniente e trendy, ma episodi come questo ci ricordano l’importanza di guardare oltre il prezzo e il design. La velocità con cui questi prodotti vengono prodotti, imballati e spediti potrebbe comportare rischi inattesi e solleva interrogativi sulla qualità e sicurezza delle filiere.
Shein, fondato nel 2008, domina il mercato della fast fashion con una quota globale del 50%, il marchio è sempre al centro di polemiche: i lavoratori nelle sue fabbriche cinesi affrontano turni di 17 ore con un solo giorno libero a settimana, guadagnando appena 4 centesimi per capo prodotto. Mentre cresce l’attenzione alla sostenibilità, Shein è fortemente criticato per la mancanza di iniziative ambientali, ricevendo il peggior punteggio da Good On You. Nonostante le critiche, l’app
Shein è stata la più scaricata negli Stati Uniti nel 2023, dimostrando che molti consumatori continuano a preferire i suoi prezzi bassi. Tuttavia, eventi come quelli denunciati su TikTok potrebbero spingere alcuni a cercare alternative più etiche.
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