Il Parlamento europeo vota a favore della legge che impone alle imprese il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente

Con il voto del Parlamento europeo a favore della Direttiva per una Due Diligence obbligatoria in materia di diritti umani e ambientali (CS DDD - Corporate Sustainability Due Diligence Directive) si dà via libera a una nuova legislazione, che richiederebbe alle aziende Ue di valutare i rischi e prevenire i danni ai diritti umani, al clima e all'ambiente lungo le loro filiere

Arriva l’ok da parte dei membri del Parlamento Ue per una nuova legislazione, che richiederebbe alle aziende europee di valutare i rischi e prevenire i danni ai diritti umani, al clima e all’ambiente lungo tutte le loro catene globali.

Un passo in avanti, quindi, verso gli standard internazionali in materia di diritti umani, necessario a chiarire anche come ridurre gli ostacoli all’accesso alla giustizia per le vittime, estendendo la prescrizione sui casi di abuso aziendale e offrendo assistenza finanziaria e legale.

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Il Parlamento europeo ha inviato un chiaro segnale che intende sostenere l’accesso alla giustizia per le vittime di violazioni dei diritti umani legate alle imprese – dicono da Amnesty International. La Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence è un atto legislativo fondamentale che contribuirà a garantire che le aziende più grandi siano tenute a rispettare standard ambientali e di diritti umani più elevati. Il sostegno del Parlamento europeo a questa legge è uno sviluppo positivo.

Cos’è la Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence rappresenta un atto legislativo fondamentale che andrà a disciplinare le responsabilità in materia di diritti umani delle grandi aziende all’interno dell’Ue. La versione approvata dal Parlamento sarà ora riconciliata con quelle all’esame del Consiglio dell’Ue e della Commissione dell’Ue, prima che un testo definitivo sulla legislazione venga prodotto entro la fine dell’anno.

La proposta di Direttiva, lanciata dalla Commissione Europea a febbraio 2022, ha insomma l’obiettivo di rendere responsabili le aziende per le violazioni dei diritti umani ed ambientali che potrebbero compiere soprattutto all’estero e lungo la catena di approvvigionamento delle materie prime.

La direttiva, oltre ad essere parte della strategia di transizione europea verso un’economia verde, dovrà essere convertita in legge entro due anni da ogni paese dell’Unione europea.

Cos’è non va

Il Parlamento europeo non è riuscito a invertire l’onere della prova che, ad oggi, rimane in capo esclusivamente alle vittime. Questo significa che le vittime dovranno provare, oltre il danno subito, anche la mancata o inadeguata applicazione della due diligence da parte delle imprese.

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Fonti: Amnesty International / European Parliament

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