Corporate gardens: gli orti urbani da coltivare in ufficio

E’ l’ultima tendenza della Green economy: coltivare un orto sulle terrazze degli uffici. La moda degli orti urbani in veste aziendale arriva – neanche a dirlo – dagli Stati Uniti dove, già da qualche tempo, alcune tra le principali aziende appartenenti a svariati settori produttivi hanno deciso di sfruttare gli ampi spazi esterni dei loro palazzi per coltivare prodotti da portare a casa.

È l’ultima tendenza della Green economy: coltivare un orto sulle terrazze degli uffici. La moda degli orti urbani in veste aziendale arriva – neanche a dirlo – dagli Stati Uniti dove, già da qualche tempo, alcune tra le principali aziende appartenenti a svariati settori produttivi hanno deciso di sfruttare gli ampi spazi esterni dei loro palazzi per coltivare prodotti da portare a casa.

A richiamare l’attenzione sull’ultimo trend made in Usa è il New York Times che, in un articolo pubblicato recentemente, spiega come per tirare su il morale degli impiegati, le compagnie che non possono permettersi aumenti salariali, viaggi premio e bonus, hanno inventato un nuovo benefit: l’orto aziendale.

Tanto per citare alcuni esempi, basta pensare che la sede della Toyota a Georgetown (Kentucky) ha un enorme orto di pomodori e zucchine, mentre presso il quartier generale del grande magazzino Kohl, a Milwaukee, si coltivano bietole, spinaci e insalate. Persino PepsiCo, il colosso alimentare da 60 miliardi di dollari specializzato nel cosiddetto “cibo spazzatura” ha creato al suo interno un corporate garden, rigorosamente biologico, coltivato dagli impiegati che alla fine della giornata tornano a casa con le borse piene di frutta e ortaggi. Ma c’è dell’atro. Sono infatti centinaia ormai le corporation che, in tutti gli States, permettono ai loro impiegati di “darsi al giardinaggio” durante l’orario di lavoro. Si tratta però di una tendenza molto recente. Fino a pochissimo tempo fa, infatti, questa mania riguardava solo pochissime aziende super-innovative, come Google, Yahoo e Subset rivista tutte situate nella cosiddetta Silicone Valley.

Ma quali sono i vantaggi del “corporate garden”? Non si tratta soltanto di fare del bene a se stessi grazie alla possibilità non solo di mangiare i prodotti (sani) coltivati in ufficio e di fare esercizio fisico, ma anche di aiutare a creare una maggiore armonia nei team di lavoro: “zappare la terra insieme incoraggia ad abbattere le gerarchie dell’ufficio”, spiega Sheila Golden, senior manager di PepsiCo. “Nell’orto – aggiunge la Golden – siamo tutti allo stesso livello”. Altro vantaggio da non sottovalutare degli orti aziendali sta nel fatto che i dipendenti riescono a portarsi a casa, a costo zero, chili di ortaggi di ottima scelta. Oltre ad avere sempre a disposizione, nelle mense aziendali, prodotti freschissimi e di provenienza certa.

Ovviamente c’è anche il risvolto della medaglia, cioè la fuga dei dipendenti-contadini quando si tratta di fare lavori pesanti e noiosi. Pare infatti che, quando sia necessario togliere le erbacce dagli orti, molti si diano alla macchia. Tra le soluzioni inventate dalle aziende per evitare “l’assenteismo” c’è quella messa a punto dal colosso cosmetico Aveda, che ogni settimana manda una mail ai dipendenti con i turni di semina, raccolta e irrigazione.

Insomma l’idea degli orti aziendali ci sembra ottima e forse sarebbe il caso di importarla anche qui da noi, che ne pensate?

Rosamaria Freda

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