Presa Diretta stasera annulla la puntata sul clima per dar voce alla guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha letteralmente rivoluzionato tutto, palinsesti televisivi compresi. Anche PresaDiretta ha virato verso una programmazione tutta incentrata sul rovinoso conflitto ora in corso, nonostante proprio in queste ore sia uscito il nuovo rapporto IPCC

Eravamo pronti a metterci comodi, stasera, a goderci l’analisi sempre puntuale di Riccardo Iacona e di tutto lo staff di Presa Diretta. La puntata in onda stasera, Terra l’anno zero, sarebbe infatti stata dedicata alla crisi climatica e sarebbe calzata a pennello visto che proprio oggi gli esperti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) hanno consegnato ai Governi di tutto il mondo il più completo rapporto di valutazione degli impatti climatici mai realizzato. Ma la guerra in Ucraina ha preso il sopravvento.

Iacona non sarà da meno, ma ci spaventa la sensazione che – a più ampie vedute – la guerra stia togliendo dall’agenda i temi della transizione ecologica. Ne sono esempio l’appena dichiarato stato di pre-allarme per le forniture di gas o l’annuncio di Draghi della eventualità di riaprire le centrali a carbone.

Insomma la guerra in Ucraina ha rivoluzionato tutto, a partire dai palinsesti, e così anche Presa Diretta darà il suo contributo.

Il trailer di quello che era previsto per stasera era già tutto un programma, 30 secondi in cui si è accennato allo spostamento dei popoli a causa della crisi climatica, alle inadempienze dell’uomo, al clima fuori controllo:

Una puntata che sicuramente verrà posticipata e che, almeno per stasera, cederà il posto a “Diamo voce alla pace”, dedicata alla guerra in Ucraina, per provare a capire le ragioni del conflitto e i nuovi equilibri tra le grandi potenze, oltre al ruolo e al peso degli armamenti.

Putin ha detto che l’Ucraina non è uno stato sovrano, che è sempre appartenuta alla Russia, che l’essere entrata nell’orbita dell’Occidente è una minaccia, quindi ha scatenato un’invasione militare portando i carri armati fino a Kiev. Ma la guerra era l’unica opzione possibile? Intanto nel mondo il commercio delle armi non si è mai fermato e ci sono ancora 13mila testate nucleari in mano a troppi Paesi, non sempre affidabili. Una corsa agli armamenti insensata che porterà altre guerre.

Riccardo Iacona ne parlerà con gli inviati sul fronte e con i suoi ospiti in studio: Carlotta Sami portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR; Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete italiana per il Disarmo; Orietta Moscatelli, giornalista esperta di Russia e di Europa dell’est; il generale Vincenzo Camporini, ex capo stato maggiore della Difesa.

Dalle parole di Putin quindi, alle immagini della guerra, dalla fuga della popolazione e la nuova emergenza profughi al bilancio sulla spesa per le armi, dalla storia dei cyber attacchi alla guerra dimenticata nel Donbass, dal nuovo asse tra Russia e Cina alle parole dei pacifisti in Italia e nel mondo.

Un approfondimento, diremmo noi, ma ci manca una cosa: in tutto questo, non è forse anche l’energia alla base della crisi climatica così come anche e soprattutto della crisi in Ucraina?

La Russia di Putin stava già minacciando l’Occidente di tagliare le esportazioni di gas da cui molti Paesi sono dipendenti. Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2019 l’Unione Europea importava il 41,1% del suo gas naturale dalla Russia. E anche il nostro sistema nazionale del gas è alimentato prevalentemente con gas prodotto in Paesi stranieri, importato per mezzo di gasdotti internazionali o trasportato via mare in forma liquefatta come GNL e tramite terminali di rigassificazione. Se la Russia dovesse davvero tagliare le esportazioni, l’Italia perderebbe quasi la metà del gas naturale che usa in ambito civile e industriale.

E il nostro Paese sarebbe tutt’altro che pronto a reagire con l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

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Fonte: RAI

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