All That Breathes: il documentario sul rifugio per gli uccelli feriti dall’inquinamento di Delhi che tutti dovrebbero vedere

Il documentario All That Breathes ha filmato per migliaia di ore le vicende di due fratelli che si occupano di salvare i rapaci caduti dai cieli inquinati di Delhi per farli volare di nuovo. A fare da sfondo a ciò che accade nel loro garage improvvisato clinica veterinaria, gli eventi tumultuosi che sconvolgono la città.

Realizzato dopo anni di riprese e di lavoro e dotato di filmati sorprendenti, All That Breathes (Tutto ciò che respira) racconta la storia straordinaria dei fratelli che salvano i rapaci che cadono dai cieli inquinati di Delhi e li fanno volare di nuovo.

Il regista Shaunak Sen ha trascorso migliaia di ore a raccogliere materiale per il suo lungometraggio, che ha vinto il premio come miglior documentario al Sundance e a Cannes ed è ora candidato ai Bafta e agli Oscar.

Ma perché ha realizzato questo documentario? Come ha spiegato lo stesso regista, voleva esplorare “l’intreccio umano e non umano” e anche l’aria, perché “tutti a Delhi sono preoccupati dall’aria, in un modo o nell’altro: è questa distesa grigia e opaca che lamina ogni aspetto della tua vita”.

Poi è rimasto bloccato in un ingorgo stradale e ha riflettuto sulla “cartolina distopica di Delhi” che gli si parava davanti, con “questo cielo monocromatico e questi uccelli che cadono da esso”. A quel punto ha deciso di scoprirne di più e ha cercato su Google: “Dove vanno a finire gli uccelli che cadono dal cielo?”. Sono venuti fuori i fratelli Nadeem Shehzad e Mohammad Saud: ex culturisti che salvano e riabilitano gli uccelli da preda nel garage della loro modesta casa a nord di Delhi.

Sen ha raccontato:

Quando si va a trovarli, la loro casa ha una sorta di densità surreale e cinematografica: questo scantinato sudicio e umido, pieno di degrado industriale, e al centro questi uccelli regali.

Era fondamentale il realismo, senza interpretazione

Per ottenere l’intimo realismo che desiderava, Sen si è innanzitutto posto il compito di far sparire metaforicamente i fratelli, abituati ad avere l’attenzione dei media, facendoli abituare a comportarsi naturalmente come se non fossero in presenza delle telecamere:

L’arma principale di un documentarista è la noia. Il primo mese si gira continuamente. Alla fine si raggiunge un’autocoscienza, in cui le persone sono invece di comportarsi. È solo quando si fa il primo sbadiglio davanti alla telecamera che si capisce che il materiale è utilizzabile.

Lentamente, le storie dei fratelli emergono. Saud è un veterinario tranquillo che ogni giorno compie miracoli su decine di uccelli portati in scatole nella sua sala operatoria di fortuna. Suo fratello maggiore, Shehzad, è l’addetto alle finanze, che chiede fondi di beneficenza per sostenere la loro impresa.

Quando abbiamo iniziato, non sapevo cosa stavamo facendo, ma non volevo fare un documentario sulla fauna selvatica. Non volevo fare un documentario vérité sociopolitico convenzionale. E soprattutto non volevo fare un film dolce di persone gentili che fanno cose buone.

Le tensioni al di fuori del garage veterinario hanno iniziato a farsi sentire

Attraverso Shehzad e Saud, Sen racconta una storia globale di “vicinanza o parentela con la vita non umana” e di come, grazie all’improvvisazione e all’ingegno, la vita non umana riesca ancora a trovare nicchie in un ambiente dominato dall’uomo e dal suo inquinamento.

Mi interessava molto fare questo film sull’interiorità della mente e sulle profondità filosofiche più sottili a cui i fratelli hanno potuto accedere grazie al loro lavoro. Fa riflettere sull’intreccio delle forme di vita. Se fosse diventata la storia di una sola famiglia, non sarebbe diventata una cosa planetaria, non sarebbe diventata veramente ecologica.

Oltre all’ecologia urbana, All That Breathes diventa inaspettatamente anche una storia di complicata ecologia umana. A poco a poco, il rumore teso delle manifestazioni vicine si intromette nella riserva ornitologica. I fratelli sono musulmani, l’intolleranza religiosa sta crescendo e i disordini si diffondono nel loro quartiere.

Questo doveva essere un film puramente ecologico e filosofico e un’esplorazione emotiva della vita interiore dei fratelli. Ma la città di Delhi stava attraversando un periodo davvero tumultuoso. Abbiamo dovuto lottare per decidere se puntare la macchina da presa verso la strada.

E così Sen scelse: ogni volta che eventi esterni preoccupanti avessero interferito con le riprese del salvataggio degli uccelli, li avrebbero inseriti nel film. Ne è emerso un ritratto molto reale di come gli eventi politici più ampi incidano sulla vita della gente comune.

Il centro di soccorso per animali è stato potenziato grazie alle donazioni a seguito del film

Il film si conclude con una nota agrodolce, ma ciò che è accaduto dopo l’interruzione delle riprese è più edificante. Shehzad, Saud e Rehman si sono uniti a Sen nei festival di tutto il mondo e il loro centro di soccorso per animali è stato potenziato.

I produttori del film hanno donato fondi sufficienti a sostenerlo per un anno e le donazioni sono destinate a crescere con il successo del documentario. Dopo il boom che ha avuto, la posta in palio si è ulteriormente alzata con una nomination agli Oscar che ben testimonia come sia stato realizzato un film eccezionale, in grado di raggiungere – e possibilmente sensibilizzare – il pubblico di tutto il mondo.

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