IgNobel 2024: la scienza più bizzarra trionfa grazie a piccioni-bomba, vermi ubriachi e mammiferi che respirano attraverso l’ano

Il premio celebra le ricerche più stravaganti e sorprendenti, dimostrando che la scienza può far ridere, aprendo nuove prospettive di conoscenza

L’appuntamento annuale con gli IgNobel, i premi che celebrano le ricerche scientifiche più bizzarre e divertenti, è tornato in grande stile al MIT di Boston. Con il tema della “legge di Murphy” (“Se qualcosa può andare storto, lo farà”), l’edizione 2024 ha premiato dieci studi che spaziano dalla fisiologia alla botanica, dalla fisica alla demografia, dimostrando che anche la scienza più stravagante può farci riflettere.

Respirare con l’ano

Il premio IgNobel per la fisiologia è andato a un team di scienziati giapponesi e americani guidati da Takanori Takebe, che hanno dimostrato come topi, ratti e maiali possano assorbire ossigeno attraverso il retto. Questa scoperta, nata durante la crisi del Covid, potrebbe aprire nuove strade per il trattamento dell’insufficienza respiratoria. Lo studio, pubblicato su Med nel giugno 2021, ha dimostrato che la “ventilazione enterale” può offrire un nuovo paradigma per aiutare i pazienti in difficoltà respiratorie.

Piccioni-bomba

Il premio IgNobel per la pace è stato assegnato postumo allo psicologo statunitense Burrhus Skinner, noto per le sue ricerche sul condizionamento operante. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Skinner propose un progetto alquanto bizzarro: utilizzare piccioni vivi per guidare le bombe. Nonostante i primi test fossero sorprendentemente efficaci, il progetto fu abbandonato.

Vermi ubriachi e piante che vedono

Il mondo animale e vegetale ha riservato altre sorprese agli IgNobel 2024. Un team di ricercatori olandesi e francesi ha vinto il premio per la chimica dimostrando che è possibile distinguere i vermi sobri da quelli ubriachi utilizzando la cromatografia. Questa scoperta, all’apparenza bizzarra, ha in realtà importanti implicazioni per la scienza dei polimeri. I vermi, infatti, sono stati utilizzati come modello per studiare il comportamento di polimeri attivi, dimostrando che la loro separazione può avvenire sia in base alla lunghezza che all’attività. Questo apre nuove possibilità per la creazione di materiali intelligenti in grado di rispondere a stimoli esterni, come ad esempio sensori o attuatori.

Anche il mondo vegetale ha avuto il suo momento di gloria. Scienziati tedeschi e statunitensi, guidati da Jacob White e Felipe Yamashita, hanno vinto l’IgNobel per la botanica dimostrando che la pianta Boquila trifoliolata può imitare le foglie delle piante di plastica vicine. Questa scoperta suggerisce l’esistenza di una sorta di “visione delle piante” e apre nuove prospettive sulla capacità di adattamento delle specie vegetali.

La fisica del nuoto… di una trota morta

Il premio IgNobel per la fisica è andato a James Liao, dell’Università della Florida, per i suoi studi sulla fisica del nuoto, in particolare sulle capacità natatorie di una trota morta. Liao ha utilizzato trote morte, trainandole in acqua, per capire il contributo delle ondulazioni passive al movimento. Uno studio che, seppur macabro, ha implicazioni importanti per la comprensione della fluidodinamica e potrebbe portare allo sviluppo di nuovi sistemi di propulsione subacquea più efficienti.

Dagli effetti collaterali alla direzione dei capelli: la scienza che fa riflettere

Gli IgNobel non sono solo risate, ma anche spunti di riflessione. Il premio per la medicina, ad esempio, è andato a un team svizzero-tedesco-belga per lo studio intitolato “Come gli effetti collaterali possono migliorare l’efficacia del trattamento: una sperimentazione”. La ricerca ha dimostrato che la semplice convinzione che un trattamento possa modulare gli effetti collaterali – anche se in realtà non lo fa – può portare a una diminuzione di questi ultimi. Questo risultato sottolinea l’importanza dell’effetto placebo e di come le aspettative del paziente possano influenzare la sua esperienza terapeutica, aprendo nuove prospettive per la ricerca medica e la pratica clinica.

Anche l’IgNobel per l’anatomia, assegnato a un team franco-cileno guidato dal Prof. Roman Khonsari, ci fa riflettere sull’influenza dell’ambiente sui nostri corpi. La loro ricerca ha dimostrato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nell’emisfero australe i capelli tendono a crescere in senso antiorario più spesso che nell’emisfero settentrionale.

Gli altri vincitori

Probabilità. Un team di 50 ricercatori, per lo più olandesi, ha vinto l’IgNobel per aver lanciato 350.757 monete per testare un’ipotesi sulla probabilità, dimostrando che una moneta lanciata in aria tende a cadere sullo stesso lato da cui è partita.

Demografia. Saul Justin Newman ha vinto l’IgNobel per la demografia per aver scoperto che molte persone famose per la loro longevità provengono da luoghi con scarse aspettative di vita, mettendo in discussione l’accuratezza dei dati sulla vecchiaia estrema.

Biologia. Il premio è andato postumo a Fordyce Ely e William Petersen per il loro studio del 1939 su come varia la produzione di latte nelle mucche quando si fa esplodere un sacchetto di carta accanto a un gatto che sta sul loro dorso. Un esperimento bizzarro che, seppur datato, ci ricorda l’importanza di considerare tutti i fattori, anche quelli più improbabili, nella ricerca scientifica.

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