Per i siciliani l’Etna è femminile, per chi non è della regione spesso è maschile: qual è il genere corretto? Interviene l’Accademia della Crusca
Maschio o femmina, quale genere usare per riferirsi all’Etna? Si tratta di un tema che crea dibattito da sempre, in particolare tra chi vive nelle vicinanze del vulcano e chi ne parla da altre regioni. Nella tradizione popolare della Sicilia orientale, l’Etna è chiamata “A Muntagna”, un nome che la identifica in modo inequivocabile come femminile.
Per molti abitanti di quella zona, infatti, il riferimento al vulcano al maschile risulta inaccettabile, poiché l’Etna è vista come una montagna, che in italiano è un termine di genere femminile. Tuttavia non tutti concordano su questo uso.
Molti al di fuori della Sicilia vedono l’Etna come un “vulcano”, un sostantivo che in italiano è di genere maschile e quindi si riferiscono ad essa utilizzando il maschile. Ciò solleva la questione su quale genere sia corretto usare quando si parla del vulcano attivo più grande d’Europa.
Nessuna delle due interpretazioni è sbagliata
A risponderci e a chiarire ogni dubbio, allora, ci pensa l’Accademia della Crusca. Dal punto di vista linguistico, infatti, il nome “Etna” ha radici greche e la sua evoluzione storica ha portato a diverse interpretazioni del genere.
Nel Medioevo, ad esempio, l’Etna era conosciuta anche come “Mongibello”, un nome composto dall’elemento latino “mons” e dall’arabo “gebel”, entrambi significanti “monte”. In questo caso si trattava di un toponimo maschile, poiché sia “mons” che “gebel” sono di genere maschile.
Come detto, però, la tradizione locale siciliana ha continuato a considerare l’Etna una montagna, femminile, e questo uso si è radicato nel dialetto siciliano. In italiano, il genere di un nome proprio come quello di un luogo spesso segue il genere del termine generico che lo descrive.
E qui abbiamo un altro problema: l’Etna può essere sia un monte che un vulcano. Se lo consideriamo come monte, e dunque come “la montagna”, l’uso femminile diventa giustificato. Al contrario, se lo definiamo come “vulcano”, il genere maschile appare più appropriato. Questo porta a una naturale alternanza tra i due generi a seconda del contesto e dell’interpretazione.
Un altro fattore che influenza l’uso del femminile è la terminazione in “-a” di “Etna”. In italiano, la maggior parte delle parole che terminano con questa vocale sono femminili, un fenomeno che porta molti a utilizzare automaticamente il femminile anche per l’Etna.
Dalle analisi condotte su testi e su internet, emerge una leggera preferenza per il maschile, ma non mancano esempi di uso del femminile, specialmente nei contesti più legati alla tradizione locale siciliana. Insomma, tutto chiaro? Forse, o forse no. Comunque lo (o la) vogliate chiamare, l’Etna rimarrà sempre una visione magnifica e uno dei simboli della bellissima Sicilia.
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Fonte: Accademia della Crusca
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