Vittoria storica per gli indigeni Waorani in Ecuador: il governo dovrà aiutarli a contrastare il coronavirus

Una sentenza di tribunale obbliga il governo dell'Ecuador ad intraprendere azioni urgenti per contenere il coronavirus nei territori degli indios Waorani

Nuova vittoria per gli indios Waorani dell’Ecuador, in seria difficoltà a causa del coronavirus, che ha raggiunto anche i loro territori mettendo a rischio la sopravvivenza di questo popolo. Il tribunale ha stabilito che il Governo dell’Ecuador dovrà prendere una serie di misure per aiutarli a contenere la diffusione di Covid-19.

Proprio come già successo per i Navajo, con l’amministrazione Trump costretta da un giudice federale a stanziare subito fondi per consentire agli indigeni di combattere il coronavirus.

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Appena un anno dopo la storica vittoria legale del popolo Waorani, che impediva lo sfruttamento delle loro terre ancestrali da parte dei petrolieri, gli indios dell’Ecuador sono riusciti di nuovo a far valere i propri diritti.

Ma partiamo dall’inizio. I Waorani sono pesantemente colpiti dalla pandemia da coronavirus e, insieme ad altri popoli indigeni del Sud America, stanno rischiando un vero e proprio genocidio.

Queste comunità, infatti, sono più a rischio di altre per diversi motivi tra cui la mancanza di servizi pubblici di base e il fatto che, nonostante la pandemia, i petrolieri continuano a frequentare la zona senza sufficienti precauzioni.

Il Governo dell’Ecuador, fino ad ora, si è sostanzialmente lavato le mani di questa situazione e non ha aiutato le popolazioni indigene a superare il difficile periodo. Ma ora qualcosa è cambiato. Gli indios, infatti, si sono rivolti al tribunale per chiedere di proteggere le proprie comunità che stanno rischiando l’estinzione fisica e culturale e, proprio come è accaduto nel 2019, sono riusciti a vincere.

A dare la notizia è Amazon Frontlines, gruppo internazionale di attivisti che sostiene le lotte delle popolazioni indigene per difendere i loro diritti alla terra, alla vita e alla sopravvivenza culturale nella foresta amazzonica.

Pochi giorni fa, un giudice del tribunale provinciale di Pichincha si è pronunciato a favore dei diritti dei Waorani alla salute, alla vita e all’autodeterminazione e ha concesso misure cautelari parziali che impongono al governo ecuadoriano di intraprendere azioni urgenti per contenere il virus nei loro territori.

La sentenza del tribunale impone al Ministero della Salute di coordinarsi con la leadership Waorani per condurre test Covid-19 con l’assistenza di personale medico con esperienza interculturale in undici comunità colpite e vulnerabili in tre province (Pastaza, Napo, Orellana) nel territorio Waorani.

Dovranno essere garantite anche forniture mediche adeguate e sufficienti ai centri sanitari delle comunità locali e dovranno essere fornite le corrette informazioni durante la pandemia. La risoluzione impone inoltre ai governatori provinciali di coordinarsi con il Ministero dell’inclusione economica e sociale (MIES) per fornire cibo e forniture essenziali alle comunità Waorani.

La causa, presentata il 21 maggio 2020, è stata diretta contro il presidente dell’Ecuador Lenín Moreno e il vicepresidente Otto Sonnenholzner, rispettivamente rappresentante legale e delegato del Comitato nazionale per le emergenze (COE), Ministero della sanità, Segreteria umana Diritti, Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua e Procuratore Generale.

In una dichiarazione pubblica al momento della presentazione della causa, i Waorani hanno sottolineato che le loro azioni erano volte in primo luogo a proteggere i loro anziani o “Pekinani”, così come i loro parenti che vivevano in isolamento volontario all’interno del Parco Nazionale Yasuní.

Una delle principali richieste di questo popolo indigeno ancora senza risposta è lo stop immediato a tutte le attività estrattive nel loro territorio, motivato ora dalla comparsa della malattia Covid-19 nelle comunità Waorani più vicine alle strade del petrolio e alle operazioni attive.

Nonostante l’aumento dei rischi per l’esposizione di questo popolo alla malattia, le operazioni petrolifere e il disboscamento legale e illegale nel loro territorio sono continuate e hanno il potenziale per diffondere il virus anche tra la popolazione che vive nelle zone più remote.

Mentre il giudice non si è pronunciato a favore di una moratoria, la sentenza richiede che il Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua invii un rapporto che descriva dettagliatamente il suo monitoraggio relativo ad estrazione illegale, disboscamento e narcotraffico nel territorio dei Waorani.

Il ministero dell’Ambiente e delle risorse idriche e il segretariato dei diritti umani sono inoltre tenuti a fornire informazioni sui protocolli Covid-19 delle società, in particolare le compagnie petrolifere che operano nel territorio Waorani al fine di stabilire se esistono adeguate misure di sicurezza per prevenire ulteriori contagi in queste comunità.

La nazione Waorani, che conta circa cinquemila persone, ha registrato almeno 188 casi confermati di COVID-19 fino ad oggi e due persone, tra cui un anziano, hanno già perso la vita.

In seguito a questa nuova vittoria il leader dei Waorani, Nemonte Nenquimo, ha dichiarato:

“Siamo felici di aver ottenuto queste misure precauzionali, ma c’è ancora molto da fare per proteggere la nostra gente. Lo Stato deve ascoltarci e rispettarci”.

Fonte: Amazon Frontlines

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