Trump cancella il mese del Patrimonio dei nativi americani, proclamando novembre come il mese dei patrioti

Trump ha istituito a novembre il "National American History", sostituendo di fatto il "Native American Indian Heritage Month" dedicato agli indigeni

Il 3 agosto 1990, l’allora presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush dichiarò novembre come “Native American Indian Heritage Month“, mese del Patrimonio nazionale indiano americano, comunemente noto come mese del patrimonio dei nativi americani.

Con il disegno firmato da Bush, il presidente chiedeva ai Governi, alle organizzazioni federali, statali e locali e ai cittadini degli Stati Uniti di celebrare i nativi americani durante tutto il mese di novembre attraverso eventi e cerimonie.

Gli indigeni vivono in America da 20.000 anni prima dell’arrivo degli europei e negli Stati Uniti esistono 573 tribù riconosciute, ognuna con proprie tradizioni e storie.
Durante il mese di novembre, i popoli tribali sono invitati a condividere queste loro tradizioni, la loro cultura, la musica, la danza e l’artigianato, oltre ai loro valori.
Si tratta anche di un’opportunità per i nativi per esprimere eventuali problematiche, discutere soluzioni e far valere i propri diritti, per garantire una convivenza proficua tra nativi e cittadini degli Stati Uniti.

Dopo 29 anni, quest’anno la Casa Bianca sta cercando di cancellare questa importante ricorrenza, o quantomeno di oscurarla.
Il 31 ottobre scorso, infatti, Trump ha proclamato il mese di novembre come “mese della storia e dei fondatori americani nazionali”.
All’annuncio è stata data poca visibilità per non attirare critiche ma non è riuscito a passare inosservato: anziché riconoscere gli indigeni, Trump ha scelto di celebrare i “patrioti ed eroi” che hanno rubato loro la terra commettendo un grave genocidio.

“Il proclama è un chiaro rifiuto di ciò che rappresenta il Mese del Patrimonio dei nativi americani: che noi indigeni siamo sopravvissuti a questi cosiddetti padri fondatori che non erano affatto fondatori. Erano invasori. Hanno massacrato, assassinato, demonizzato “, ha affermato Moya-Smith, scrittore indigeno.

L’introduzione del “National American History” proprio durante il “Native American Indian Heritage Month” sembra l’ennesimo affronto del presidente Trump, che non perde occasione per deridere i nativi americani, dando loro appellativi inopportuni e facendo battute fuori luogo, come quando soprannominò “Pocahontas” la senatrice Elizabeth Warren, scherzando sul massacro di Wounded Knee.

Se Trump avesse voluto un mese per onorare i padri fondatori avrebbe potuto semplicemente scegliere un mese diverso, ma il disprezzo del presidente americano verso gli indigeni non si limita ad affronti verbali e alla cancellazione delle celebrazioni per i nativi. Attraverso la sua politica, Trump sta infatti portando avanti minacce concrete verso le tribù: ne è un esempio l’approvazione dell’ampliamento dell’oleodotto Keystone, nel Dakota del Nord.

Leggi anche:

Tatiana Maselli

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook