Sesso: quanto ne sanno davvero gli adolescenti?

Sesso: gli adolescenti sono sì propensi a proteggersi, ma non hanno piena consapevolezza del rischio di malattie sessualmente trasmissibili.

Adolescenti: quanto ne sanno di sesso e malattie trasmissibili? Poco e niente, ahinoi, ingenui e anchilosati come sono davanti a uno smartphone. E se conoscono (più o meno) i modi per aggirare una gravidanza, sanno soltanto per grandi linee (o non sanno per nulla) come non contrarre infezioni e patologie gravi come papilloma, clamidia, epatite B e Aids.

La ricerca realizzata dal Censis dal titolo “Conoscenza e prevenzione del Papillomavirus e delle patologie sessualmente trasmesse tra i giovani in Italia” parla chiaro: i giovani, soprattutto i millennial (cioè coloro che sono nati tra il 1980 e il 2000), si proteggono da gravidanze indesiderate ma molto meno da virus e infezioni trasmessi per via sessuale.

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Dallo studio emerge una grossa confusione da parte dei ragazzi: sono sì propensi a proteggersi, ma non hanno piena consapevolezza sul Papillomavirus (Hpv). Se a 17,1 anni hanno i primi rapporti sessuali completi, il 92,9% sta sempre attento per evitare gravidanze, il 74,5% si protegge dalle infezioni sessualmente trasmesse, il 70,7% usa il profilattico, ma il 17,6% è convinto di proteggersi dalle malattie usando semplicemente la pillola anticoncezionale. Per il 73% la vaccinazione contro l’Hpv è utile anche per i maschi, due su tre di coloro che conoscono l’Hpv sanno della possibilità di vaccinarsi per prevenire una patologia che può provocare tumori.

I dati indicano che quasi tre ragazzi su diecispiega Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis – non temono infezioni sessuali, un dato non rassicurante che mostra eccessiva tranquillità e disinformazione nell’affrontare il tema. Dicono di conoscere le malattie sessualmente trasmesse, ma la maggior parte le assimila all’Aids”. Tra chi non si protegge, la metà ritiene che queste malattie si possano contrarre solo attraverso rapporti occasionali con prostitute.

L’insufficiente conoscenza delle possibili infezioni e di come prevenirle è quindi tra i principali problemi che affliggono la sfera sessuale dei nostri giovani. La maggior parte delle informazioni che i ragazzi hanno derivano dagli amici, seguiti dai media e dai social network, per cui si può immaginare quanta disinformazione possa passare. Gli adolescenti e i giovani millennial si muovono in un mondo inondato di immagini e contenuti sessuali sempre più facilmente accessibili e spesso contorti, così come, parlando di Papillomavirus e di maschi, per esempio, dicono gli esperti, spesso i ragazzi non sospettano minimamente di poter essere portatori di una infezione che può anche causare un tumore.

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Le informazioni – La quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Solo il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% nella fascia di età tra i 12 e i 14 anni. È l’Aids la patologia che viene più citata (89,6%), mentre solo il 23,1% indica la sifilide, il 18,2% la candida, il 15,6% il Papillomavirus e percentuali tra il 15% e il 13% la gonorrea, le epatiti e l’herpes genitale. Tra le fonti di informazione sulle infezioni sessualmente trasmesse è preponderante il ruolo dei media (tv, riviste, internet), utilizzate dal 62,3%. Poi viene riconosciuto significativo il contributo della scuola (53,8%), ma con differenze rilevanti tra le diverse aree geografiche del Paese: si passa da oltre il 60% al Nord al 46,1% al Centro e al 47,9% al Sud. Solo il 9,8% cita i professionisti della salute come i medici di famiglia, i medici specialisti e i farmacisti.

Cosa fare allora? “Disciplinare” costantemente i nostri ragazzi, indicare loro tutti i contro di rapporti non protetti, metterli al corrente dei pericoli e delle conseguenze. Parlare, far conoscere e comunicare.

Germana Carillo

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