Sentinelesi: la storia della tribù più remota del mondo, incontaminata e incontattata

Non hanno mai avuto contatto con il mondo esterno e sono la tribù più remota di tutto il mondo. Si chiamano Sentinelesi, un popolo indigeno che vive sull’isola di North Sentinel, nelle isole indiane delle Andamane

Non hanno mai avuto contatto con il mondo esterno e sono la tribù più remota di tutto il mondo. Si chiamano Sentinelesi, un popolo indigeno che vive sull’isola di North Sentinel, nelle isole indiane delle Andamane.

Survival International li ha definitila società più vulnerabile del pianeta” poiché, a causa del completo isolamento, non hanno sviluppato difese immunitarie verso malattie comuni e una semplice epidemia potrebbe distruggerli, com’è già successo con altre popolazioni.

Continuano a resistere a ogni contatto con l’esterno e attaccano chiunque abbia osato avvicinarsi, mantenendo uno stile di vita completamente primitivo. Nel 2004 hanno attirato l’attenzione internazionale per via dello tsunami che ha colpito l’Asia. Allora, un membro della tribù venne fotografato su una spiaggia mentre scoccava frecce contro un elicottero, che sorvolava l’isola per controllare se fossero sopravvissuti al catastrofico evento.

Due anni dopo, due indiani che avevano ormeggiato la loro barca vicino a North Sentinel per riposare dopo aver pescato di frodo nelle acque attorno all’isola, furono uccisi. La loro barca si era arenata sulla riva dell’isola a causa della rottura degli ormeggi. I due uomini furono seppelliti in tombe poco profonde. Inutili i tentativi della guardia costiera di recuperarne corpi in elicottero.

Purtroppo, questo paradiso incontaminato, duramente difeso dai Sentinelesi è preda dei bracconieri che pescano illegalmente nelle acque attorno all’isola, catturando tartarughe e immergendosi per cercare aragoste e cetrioli di mare.

north sentinel island

Foto: NASA Earth Observatory/Wikimedia Commons

Proprio per via del loro voluto isolamento, non si sa molto sui Sentinelesi. Le informazioni derivano, in gran parte, dalle osservazioni effettuate da imbarcazioni ormeggiate a distanza di sicurezza dalle frecce, o dai brevi periodi in cui la tribù ha permesso alle autorità di avvicinarsi abbastanza per consegnare alcune noci di cocco.

Si pensa che essi vivano nell’isola da circa 60.000 anni: i loro antenati hanno preso parte alle prime migrazioni preistoriche compiute dall’uomo fuori dal continente africano.

sentinelesi3Foto: Christian Caron – Creative Commons

Ciò che è certo è che essi vivono di caccia e raccolti e pescano nelle acque costiere. Sanno costruire imbarcazioni simili a canoe che possono essere usate solo in acque poco profonde perché devono essere guidate e spinte usando un palo, come una zattera. Sembrano anche pescare con le reti, con le quali raccolgono anche molluschi. A volte, raccolgono anche miele selvatico, usando uno strumento simile a un rastrello.

Si pensa che i Sentinelesi vivano suddivisi in tre piccoli gruppi. Le loro abitazioni sono di due tipi: grandi capanne comunitarie in cui abitano più famiglie, e rifugi provvisori in cui c’è spazio per un solo nucleo familiare. Non indossano vestiti, solo foglie, corde e decorazioni. Le donne indossando una cordicella di fibra intorno alla vita, al collo e alla testa, mentre gli uomini in vita hanno una cintura più spessa.

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Anche se non c’è modo di accertarlo, al momento non ci sono prove del fatto che i Sentinelesi siano a conoscenza di pratiche agricole o che siano capaci di accendere fuoco. Le uniche volte che usano il fuoco è probabilmente quando viene prodotto spontaneamente. Quando ciò accade, usano queste braci all’interno delle abitazioni.

Si tratta davvero della tribù più isolata del mondo eppure a soli 50 km a est, si trova la moderna città di Port Blair. Nel corso degli anni ’70 la autorità indiane effettuarono vari viaggi per rendersi amica la tribù, portando dei doni, ma furono duramente cacciati.

“Molti funzionari cominciarono a mettere in dubbio l’idea di contattare un popolo sano e felice, che da oltre 55.000 anni viveva in modo prospero e indipendente” spiega Survival International.

Dopo lo tsunami del 2004, i funzionari effettuarono due visite per controllare, a distanza, che la tribù fosse in salute e non soffrisse ma da allora le autorità dichiararono che non ci sarebbero stati ulteriori tentativi di avvicinare i Sentinelesi.

L’isolamento estremo li rende molto vulnerabili a malattie verso cui non hanno difese immunitarie; per questo, quasi sicuramente, il contatto avrebbe conseguenze tragiche per la tribù. Grazie a una campagna condotta da Survival e alcune organizzazioni locali, il governo indiano ha abbandonato i progetti di contattare i Sentinelesi: la sua posizione rimane quella di non cercare ulteriormente di contattare la tribù” spiega il movimento.

Dal canto suo, Survival sta cercando di fare pressione sull’India per fermare il bracconaggio illegale che minaccia i mari intorno all’isola di North Sentinel.

Tutti noi possiamo farlo inviando una lettera al governo indiano per chiedere di garantire che i bracconieri siano tenuti lontano dall’isola, dalle sue acque e dai suoi abitanti.

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Francesca Mancuso

Foto cover: Indian Coastguard/Survival

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