Sono trascorsi 6 anni dal crollo dell'hotel Rigopiano, provocato da una valanga. Il ricordo di quei momenti drammatici brucia ancora come una ferita aperta. In occasione dell'anniversario riprenderà il processo che quest'anno dovrebbe (finalmente) concludersi con la sentenza attesa da troppo tempo dalle famiglie delle vittime

@Rigopiano, in attesa del Fiore/Facebook
Era il pomeriggio del 18 gennaio 2017 quando l‘Hotel Rigopiano, ai piedi del Gran Sasso, fu travolto e distrutto da una valanga staccatasi dal Monte Siella. Quel terribile incidente costò la vita a 29 persone, mentre i sopravvissuti furono 11. Sono trascorsi già 6 anni dalla tragedia, ma i parenti delle vittime sono ancora in attesa che venga fatta giustizia.
Mercoledì 18 gennaio 2023 ore 09.00 si tornerà in aula a Pescara.Questa volta, proprio nel giorno del sesto…
Posted by Rigopiano, in attesa del Fiore on Monday, January 16, 2023
Mercoledì 18 gennaio 2023 ore 09.00 si tornerà in aula a Pescara. – scrivono i membri del comitato Rigopiano, in attesa del Fiore –
Questa volta, proprio nel giorno del sesto anniversario della strage di Rigopiano, inizieranno le arringhe difensive degli avvocati degli imputati. Per tutti noi familiari sarà una giornata carica di sentimenti contrastanti, tutti concentrati in poche ore: APPRENSIONE per l’attesa dell’udienza; RABBIA per le parole che inevitabilmente dovremo sentire in aula, finalizzate a discolpare i responsabili, coloro che non hanno fatto niente per evitare la morte di 29 persone abbandonate lassù; SPERANZA, che vengano confermati i 151 anni richiesti dal Pubblico Ministero.Poi, nel pomeriggio, lasceremo spazio ALL’AMORE, motore delle nostre battaglie da 6 lunghi anni; RICORDO dei nostri cari morti ingiustamente per l’incuria, l’incapacità e il menefreghismo di chi aveva il compito di tutelarli e che avrebbe potuto e dovuto salvarli;
DOLORE per i tanti anni che avevano ancora davanti i nostri angeli; COMMOZIONE nel ricordare tutto il percorso di quei giorni tragici tra angoscia e speranza, per poi ritrovarci a questa condanna all’ergastolo del dolore, fine pena mai. Non sarà facile riordinare tali emozioni e dare il giusto spazio a tutte loro, ma siamo determinati ad andare avanti, fino alla fine,
nella convinzione che lo stare tutti insieme allevi la sofferenza e ci renda più forti.
La ricostruzione dei fatti
Il 18 gennaio, dopo una serie di scosse di terremoto di magnitudo 5.0, una slavina – di circa 120 tonnellate – travolse la struttura alberghiera di Farindola (Pescara) tra le 16:30 e le 16:50, sfondando le pareti e sommergendolo quasi del tutto. Qualche ora prima che la slavina colpisse il resort, sia l’amministratore dell’hotel che un cameriere si erano rivolti alle autorità, parlando di una situazione preoccupante a causa delle scosse e delle abbondanti nevicate, ma gli appelli rimasero inascoltati.
Dopo lo spaventoso episodio, fu Giampiero Parete, un cuoco ospite della struttura che si trovava nel parcheggio, a lanciare l’allarme e chiamare i soccorsi, ma non venne creduto. Alle 17:40 una funzionaria della prefettura contattò il direttore dell’hotel, che però si trovava a Pescara e disse che non era a conoscenza di alcuna valanga.
Intorno alle 18, Parete decise quindi di chiamare il suo titolare per informarlo dell’accaduto. Quest’ultimo contatta la prefettura di Pescara, che ignora la sua richiesta considerandola un falso allarme. Soltanto dopo più di due ore dalla valanga, un volontario della Protezione Civile prese il considerazione l’appello disperato del titolare di Giampiero Parete. La macchina dei soccorsi, quindi, si attivò in gran ritardo. Un ritardo che è costato la vita a 29 persone. Quel nefasto 18 gennaio 2017 nella struttura erano presenti 40 persone: 28 clienti, tra cui 4 bambini, e 12 membri dello staff. Le operazioni di soccorso e di recupero dei corpi andò avanti fino al 26 gennaio.
Il processo deve ancora iniziare
Per quanto accaduto all’hotel Rigopiano la magistratura ha aperto un’inchiesta sull’accaduto per accertare le responsabilità sull’idoneità della struttura, sul luogo della costruzione del resort e il ritardo dei soccorsi.
Come anticipato, quello di quest’anno sarà un anniversario decisamente particolare. Non solo perché la ripresa del processo dopo la pausa delle festività natalizie coincide propio con la ricorrenza della tragedia, ma soprattutto perché sarà l’anno della sentenza.
La prima delle sei udienze riservate alle arringhe difensive è fissata proprio per il 18 gennio, mentre a febbraio è attesa la decisione del gup del Tribunale di Pescara.
Dopo aver partecipato all’udienza, alle 15.00 i familari delle vittime si recheranno a Rigopiano, nel punto in cui è avvenuto il drammatico incidente, per ricordare i loro cari. Il processo conta 30 imputati (29 persone e una società) che appartengono a varie istituzioni (Regione, Provincia, Comune di Farindola, Prefettura) e che saranno giudicati con il rito abbreviato. Questi sono accusati, a vario titolo, di disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi.
Nel corso della requisitoria l’accusa ha chiesto 26 condanne per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione e quattro assoluzioni. Sono stati richiesti 12 anni per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo; 11 anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta; 6 anni per l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.
Ci auguriamo che al più presto i familiari delle vittime e i sopravvissuti alla tragedia ottengano ciò che chiedono da troppo tempo: verità e giustizia.
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Fonti: Rigopiano, in attesa del Fiore (Facebook)
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