Addio Reham Yacoub, la giovane attivista irachena uccisa per aver difeso i diritti umani

Le hanno sparato e l'hanno uccisa. L'attivista irachena Reham Yacoub ha perso la vita il 19 agosto scorso in Iraq, a Bassora

E’ stata raggiunta da un gruppo di uomini armati mentre era a bordo della sua auto, nel centro di Bassora. Le hanno sparato e l’hanno uccisa. L’attivista irachena Reham Yacoub ha perso la vita il 19 agosto scorso in Iraq, nel silenzio generale.

Col suo impegno stava davverio facendo la differenza. Aveva solo 29 anni ma le idee chiare in tema di diritti umani. Reham era un medico nutrizionista e da tempo era impegnata in varie campagne contro le violazioni dei diritti umani in Iraq. La giovane è stata anche una figura di spicco contro il governo iracheno durante le proteste dal 2018. Ha anche espresso la sua voce e la sua preoccupazione per l’occupazione giovanile, le infrastrutture e l’accesso all’elettricità.

Il suo omicidio ha messo in mostra la grave repressione accompagnata alla crescente violenza contro attivisti e manifestanti antigovernativi in ​​Iraq.

Quella notte, insieme a lei, altri tre attivisti hanno perso la vita a Bassora mercoledì notte mentre un altro attivista, Tahseen Osama Al-Shahmani, è stato assassinato nella capitale Baghdad.

Da oltre due anni aveva ricevuto minacce di morte per aver organizzato marce femminili e da allora ha partecipato ai corsi di formazione supervisionati dal consolato degli Stati Uniti a Bassora. Ma la sua morte è avvenuta nel bel mezzo delle proteste in città in cui si chiedeva di accertare i responsabili per l’omicidio di un Tahseen Oussama, assassinato il 14 agosto.

L’assassinio di Yacoub arriva un mese dopo che il ricercatore iracheno sulla sicurezza e l’estremismo Hisham al-Hashemi è stato ucciso da tre uomini armati su due motociclette gli hanno sparato da metri di distanza vicino alla sua casa nella capitale Baghdad.

Ormai non si tratta più di casi isolati visto che quello di Reham è stato il terzo attacco da parte di uomini armati contro gli attivisti antigovernativi in ​​una settimana in Iraq. La morte della giovane però ha scatenato una nuova ondata di proteste a Bassora.

 

“Ciò che accomuna questi omicidi e le esecuzioni extragiudiziali contro giornalisti e attivisti è che le autorità hanno completamente trascurato di avviare indagini serie per assicurare gli autori alla giustizia” ha denunciato l’Euro-mediterranean Human Rights Monitor.

La condanna delle Nazioni Unite

La Missione di assistenza delle Nazioni Unite per l’Iraq (UNAMI) ha condannato l’uccisione degli attivisti morti in questi giorni a Bassora, sollecitando maggiori sforzi per assicurare i responsabili alla giustizia.

Jeanine Hennis-Plasschaert, rappresentante speciale del Segretario generale per l’Iraq e capo della missione delle Nazioni Unite, ha avvertito che gli omicidi rappresentano una “seria minaccia alla sicurezza e alla stabilità” a Bassora:

“I Basrawis non dovrebbero vivere in una tale atmosfera di terrore e intimidazione. È urgentemente necessaria una maggiore azione da parte delle autorità ”, ha detto all’indomani dell’uccisione della giovane. “Si deve applicare tutta la forza della legge per trovare, arrestare e ritenere responsabili gli autori e porre fine a questo ciclo di violenza”, ha aggiunto l’inviato delle Nazioni Unite.

RIP Reham.

Fonti di riferimento: Alarabiya, Onu, Euro-mediterranean Human Rights Monitor,

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