Premio Nobel per la Pace 2022: da Greta Thunberg a Zelensky, i nomi dei candidati più probabili

Da quando il mondo la conosce, Greta è stata quasi sempre candidata al Premio Nobel per la pace, mentre, lui, Zelesky, si trova ora a capo di una Nazione sotto assedio. Insieme ad altri nomi, sono i più papabili per il Karolinska Institutet

Dopo il Nobel per la medicina, assegnato al biologo svedese Svante Pääbo, domani 7 ottobre sarà la volta del Nobel per la pace, che come tradizione verrà consegnato a Oslo. Greta Thunberg e Volodymyr Zelensky sono i nomi dei candidati più probabili, insieme ad altre personalità legate alla guerra e alla lotta contro il cambiamento climatico.

Dall’oppositore russo Navalny all’ambientalista Elsaim fino all’Oms, come ogni anno la maggiore attenzione sul prestigioso riconoscimento ricade proprio su quello per la Pace.

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Tra i più favoriti pare ci sia il Presidente ucraino Zelensky, che dallo scorso febbraio sta guidando il suo Paese contro l’invasione russa dell’Ucraina con l’appoggio della comunità internazionale.

Il suo nome sarebbe emerso dalle consultazioni di un gruppo di politici europei, che in una lettera hanno detto:

È arrivato il momento di mostrare agli ucraini che il mondo è dalla loro parte.

Ma c’è anche qualche detrattore, che non dimentica le parole dello stesso Zelensky : “abbandonate Putin o sarete uccisi uno ad uno”.

Accanto a Zelensky, ci sono anche altri nomi in lizza decisamente anti-Putin: tra questi Alexey Navalny, che pochi giorni fa in collegamento dal carcere in cui è detenuto per motivi politici aveva dichiarato che la guerra in Ucraina è “ingiusta e criminale”, e l’oppositrice bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, soprannominata in Francia la “De Gaulle bielorussa”, diventata leader dell’opposizione dopo che il marito Sergei Tikhanovsky ha ricevuto una condanna a 18 anni di reclusione per essersi candidato alle elezioni presidenziali contro il presidente Alexander Lukashenko.

Ma i riflettori sono puntati anche sull’altra minaccia al pianeta: la crisi climatica. Tanto che nella lista compare ancora una volta Greta Thunberg, che solo pochi giorni fa dopo le elezioni in Svezia, che hanno portato a una nuova maggioranza di centrodestra che si sta insediando in Parlamento, ha twittato:

Non possiamo essere neutrali quando la politica mette in gioco la vita. È necessario difendere l’antifascismo, l’antirazzismo e la giustizia climatica.

Ma, accanto a Greta, sembrano essere papabili anche i nomi di Nisreen Elsaim, attivista e negoziatrice climatica giovanile sudanese e membro del gruppo consultivo giovanile delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e Chibeze Ezekiel, originario del Ghana, che nel 2020 ha vinto il massimo premio per gli ecologisti, il Goldman, per il suo impegno a promuovere il buon governo in questo settore e per la sua leadership in materia di cambiamenti climatici in Africa e nel mondo.

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Inoltre, nei pronostici viene fatto anche il nome naturalista e divulgatore scientifico britannico, David Attenborough, 96 anni, ma anche il ministro degli Esteri di Tuvalu Simon Kofe, in qualità di portavoce delle nazioni insulari a rischio scomparsa per l’innalzamento del livello del mare, oltre al gruppo Fridays for Future.

Infine, in lizza per il Nobel per la Pace anche Transparency International, l’organizzazione internazionale non governativa anticorruzione, non solo politica, con sede centrale a Berlino, e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il Fondo Onu per l’infanzia, l’Unicef, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) o l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il premio Nobel per la Pace è stato istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895 ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901, come gli altri premi istituiti da Nobel stesso.

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