In Polonia entra in vigore ufficialmente la controversa legge che vieta l’aborto anche in caso di gravi malformazioni del feto

In Polonia ieri è entrata in vigore la contestata legge sull'aborto, che vieta alle donne di abortire anche in caso di gravi malformazioni del feto.

In Polonia le donne non potranno più ricorrere all’aborto in caso di gravi malformazioni del feto. Nonostante le proteste che negli ultimi mesi hanno interessato il Paese, ieri la contestata legge, che di fatto sancisce il divieto quasi totale di abortire, è entrata in vigore, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Lo scorso novembre i numerosi cortei cittadini e le accese proteste avevano portato allo slittamento dell’entrata in vigore della sentenza che introduce ulteriori restrizioni al diritto di aborto. Ma ieri l’annuncio del governo polacco ha infiammato nuovamente i cittadini polacchi, in particolare le donne che non si vogliono arrendere ad una legge che considerano ingiusta e lesiva della libertà.

In diverse piazze delle città polacche, in particolare a Varsavia, si sono radunati migliaia di manifestanti per esprimere a gran voce il loro dissenso verso un governo sempre più autoritario e conservatore. La manifestazione, iniziata davanti alla sede della Corte costituzionale di Varsavia, ha bloccato il traffico. Poi i cittadini hanno continuato a protestare dirigendosi verso la sede del partito ultra-cattolico Legge e Giustizia (PiS).

A coordinare la protesta, tramite appelli su Facebook e altri social, Strajk Kobiet, il più importante movimento civile a difesa dei diritti delle donne, che ha invitato tutti a scendere in piazza.

Cosa prevede la legge polacca sull’aborto

La sentenza sull’aborto, risalente allo scorso ottobre, arrivava in risposta a un appello di circa cento parlamentari che sostenevano che l’interruzione di gravidanza a causa di malformazioni fetali rappresentasse una violazione dei principi della Costituzione che protegge la vita di ogni individuo. Di fatto la sentenza rende ancora più dura una legge sull’interruzione della gravidanza considerata tra le più restrittive in Europa.

Fino ad oggi l’aborto era consentito esclusivamente in caso di malformazioni del feto, gravidanze causate da stupro o incesto e pericolo di vita per la donna. Ma da ieri sarà possibile abortire solo negli ultimi due casi. Una limitazione enorme per le donne, considerato che il 98% degli aborti effettuati in Polonia sono legati proprio alle malformazioni del feto, come sottolineato dall’attivista polacca Antonina Lewandowska.

Così, mentre in Paesi come l’Argentina alle donne è stato finalmente concesso il diritto d’aborto, in Polonia sembra quasi di essere tornati nel Medioevo.

Fonte: Ansa/Strajk Kobiet (Facebook)

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