Nalleli Cobo, la bambina di 9 anni che ha combattuto contro la compagnia petrolifera che l’ha avvelenata…e ha vinto!

Da quando aveva 9 anni Nalleli Cobo si è ammalata e ha lottato contro una compagnia petrolifera accusata di avvelenare l'aria nella sua zona

Nalleli Cobo aveva solo nove anni quando ha iniziato a soffrire di asma, sangue dal naso e mal di testa. È da allora che è cominciata la sua battaglia contro una compagnia petrolifera, accusata di aver irrimediabilmente inquinato l’area in cui vive. Nalleli, oggi diciannovenne, è riuscita ad avere la meglio ottenendo la chiusura temporanea del sito.

Nalleli Cobo  fa parte di un comunità latina di Los Angeles che, ormai da dieci anni, ha iniziato una vera e propria battaglia contro una compagnia che ha un pozzo petrolifero attivo situato proprio di fronte alla sua casa a University Park, South Los Angeles.  Si tratta dell’impianto di fracking di proprietà di AllenCo dal 2009.

La piccola a 9 anni inizia ad accusare importanti problemi di salute. Come ha raccontato alla BBC:

“Correva l’anno 2010 e avevo nove anni. All’improvviso ho iniziato ad avere dolori di stomaco, nausea e spasmi del corpo così gravi che non riuscivo a camminare, mia madre mi doveva portare in braccio perché mi congelavo come un vegetale. Mi usciva così tanto sangue dal naso che dovevo dormire seduta per non soffocare con il mio stesso sangue durante la notte”.

Una situazione molto seria, ma la piccola Nalleli non era la sola che si stava ammalando. Anche gli altri suoi famigliari e i membri della sua comunità  presentavano problemi di salute. La madre ha avuto l’asma a 40 anni, cosa davvero rara, la nonna a 70 anni, cosa ancora più rara e la sorella soffriva di  fibromi. Anche i vicini presentavano problemi di salute sospetti.

Si è iniziata così a spargere la voce che qualcosa non andava, che l’aria era inquinata e il sentore c’era dato che spesso si avvertiva un odore sgradevole e persistente, come ha raccontato la ragazza.

“Lo sentivamo nell’aria. Puzzava di uova marce e una volta entrati in casa non andava via, anche se chiudevi le finestre, accendevi i ventilatori e mettevi i depuratori d’aria nelle traverse delle finestre. Altre volte aveva odore di guava o cioccolato. Erano odori artificiali”.

Il collegamento con il pozzo petrolifero non è stato immediato, ma grazie all’aiuto di un gruppo di tossicologi la comunità latina di South Los Angeles ha scoperto che alcune sostanze chimiche che vengono utilizzate per l’estrazione del petrolio e le emissioni del sito possono danneggiare la salute umana se ci si espone a tali sostanze per lungo tempo.

Sono stata avvelenata a casa mia da un killer silenzioso” ha dichiarato la ragazza.

La tecnologia per estrarre il petrolio nota come fracking, o fratturazione idraulica, è stata più volte collegata a diversi rischi per la salute. Consiste nell’iniettare acqua a pressione sottoterra mischiata a sabbia e sostanze chimiche non biodegradabili per agevolare la fuoriuscita del petrolio. Proprio le sostanze chimiche utilizzate nella fratturazione idraulica sono accusate di interferire con il sistema ormonale umano ma anche di causare asma, danni ai reni, al sistema nervoso e altro.

A tutto questo si associano ovviamente anche i danni ambientali che provoca l’estrazione del petrolio.

Nalleli Cobo ha iniziato la sua battaglia a soli 9 anni, insieme a un gruppo di giovani attivisti e organizzazioni locali, lanciando la campagna People Not Pozos che ha presentato reclami al distretto di gestione della qualità dell’aria della costa meridionale.

Come racconta sul suo profilo Instagram:

“Avevo 9 anni quando ho deciso di difendere la mia comunità e rivendicare il nostro diritto di respirare aria pulita. Ora ho 19 anni e combatto ancora per questo diritto umano fondamentale! Ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di così tante persone di talento quest’anno, specialmente i giovani. Davvero stimolante vederci esigere un futuro vivibile”

Il forte spirito ambientalista di questa ragazza e le battaglie iniziate in giovanissima età l’hanno fatta paragonare più volte a Greta Thunberg che ha anche incontrato.

Nalleli Cobo con il gruppo di attivisti ha poi fatto causa alla città per chiedere regolamenti più stringenti nell’estrazione del petrolio e, grazie al suo impegno, alla fine la città di Los Angeles ha citato in giudizio la società petrolifera e nel 2016 si è assicurata un’ordinanza del tribunale che richiede ad AllenCo di seguire rigide normative se vuole riprendere la perforazione.

“E ora vogliamo che si spenga definitivamente” ha dichiarato Nalleli Cobo che purtroppo nel 2020 ha dovuto interrompere la sua battaglia in quanto si era ammalata di cancro.

Fortunatamente, però, dopo tre interventi chirurgici e i trattamenti del caso, è stata recentemente dichiarata guarita dal cancro.

Quante battaglie ha dovuto affrontare questa ragazza, iniziate già in giovanissima età, ma Naelli va avanti e ha già annunciato che niente riuscirà a fermarla, né il cancro né tantomeno la pandemia.

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