Il grande cuore dell’Italia: ferita dal coronavirus, corre in aiuto dei terremotati della Croazia

Dall'Italia sono partiti gli aiuti per le popolazioni terremotate della Croazia, nonostante siamo in piena emergenza coronavirus

Il cuore grande dell’Italia si vede anche in questi momenti di emergenza. Anche in piena emergenza coronavirus, il nostro paese sta inviando aiuti alla vicina Croazia dopo il violento terremoto che ha colpito il paese e in particolare la capitale, Zagabria.

Domenica 22 marzo, due scosse di magnitudo 5.4 e 4.6 hanno provocando ingenti danni. Tanti i crolli a Zagabria, diversi edifici della capitale hanno subito gravi danni. Anche uno degli ospedali è stato evacuato. Così, ieri da Palmanova, in Friuli Venezia Giulia, sono stati inviati automezzi, officine mobili, tende e personale specializzato dei vigili del fuoco e della Protezione civile per aiutare le autorità locali.

La scossa di magnitudo 5.4 è stata la più forte degli ultimi 140 anni per la Croazia. Circa 60 persone non hanno più una casa e sono state ospitate al momento in uno studentato. C’è anche una vittima. La gestione dei terremotati è resa ancora più difficile dall’emergenza coronavirus e dalla necessità di distanziamento sociale. Al momento, i contagiati croati sono oltre 300.

Eppure, nonostante l’Italia sia alle prese con una delle peggiori crisi della sua storia, non si è tirata indietro e ha offerto il proprio aiuto al vicino paese.

“Grazie per l’impegno in questa emergenza nell’emergenza. Il Friuli Venezia Giulia, terra che ben conosce la tragedia del terremoto, dimostra ancora una volta la sua forza solidale” ha detto il vicegovernatore con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, salutando i volontari e i militari partiti ieri.

Nel nostro paese, in questi giorni sono diversi  i presidi dell’esercito, a supporto delle forze di Polizia per fare rispettare i divieti.  A Crema e Piacenza inoltre, i militari hanno allestito due ospedali da campo per aiutare gli ospedali, ormai allo stremo.

In momenti come questi l’Italia tira fuori il meglio di sé. Possiamo solo ringraziare chi è in prima linea, come lavoratore o volontario, per garantire la nostra salute, la nostra sicurezza e anche quella dei paesi vicini.

Fonti di riferimento: Regione FVG

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