La curiosa abitudine di inizio ‘900 di spedire i bambini per posta negli Stati Uniti

Quando il Post Office’s Parcel Post iniziò ufficialmente il 1 gennaio 1913 a spedire pacchi (una assoluta novità per l’epoca), il nuovo servizio consentì improvvisamente a milioni di americani un grande accesso a tutti i tipi di beni e servizi. Ma quasi immediatamente ebbe conseguenze inaspettate: alcuni genitori cominciarono a inviare i propri figli per posta

Very Special Deliveries – Consegne molto speciali“. All’inizio del 1900, il servizio postale degli Stati Uniti ti permetteva di spedire un bambino. O meglio: ci fu un breve periodo in cui, soprattutto in zone rurali, il nuovissimo servizio di spedizione dei pacchi venne utilizzato anche per spedire nel vero senso della parola piccoli esseri umani.

Strano ma vero. Partì tutto da qui, da una delle innovazioni più significative dell’inizio del XX secolo: il Parcel Post, ossia la spedizione di pacchi di più o meno grandi dimensioni tramite servizio postale.

Dal momento in cui il cosiddetto Post Office’s Parcel Post iniziò ufficialmente il 1 gennaio 1913, il nuovo servizio consentì improvvisamente a milioni di americani un grande accesso a tutti i tipi di beni e servizi e la spedizione di pacchi di peso superiore ai 1,8 chili. Tecnicamente, non si vietava la spedizione di bambini e così, quasi immediatamente, alcuni genitori “travisarono” per così dire il servizio e cominciarono a “spedire” anche i propri figli per posta.

Quando accadde ebbe un grosso successo, un ritorno mediatico stupefacente, diremmo noi oggi, tanto che – dopo che il 19 febbraio 1914, May Pierstorff, poco prima del suo sesto compleanno, fu “spedita” dalla casa dei suoi genitori a Grangeville, Idaho, a quella casa dei suoi nonni a circa 73 miglia di distanza e a 53 centesimi di francobolli – fu la volta del figlio del signore e della signora Jesse Beauge di Glen Este (come si legge su Postal Museum) o di quello del signor e la signora JW Savis di Pine Hollow.

Ovviamente tutto ciò non accadeva come anonimi pacchi postali: i bambini venivano letteralmente affidati al Dipartimento delle Poste e viaggiavano con impiegati delle poste di fiducia (nel caso di May, un parente che lavorava sui treni della Posta Ferroviaria, per esempio) e certamente non nei pacchi postali come si vede nelle foto.

La spedizione più lunga? Quella per mano di una donna che spedì la propria figlia, Edna Neff di 6 anni, a 1150 chilometri di distanza, dalla Florida alla Virginia.

Fu probabilmente questo il momento in cui ci si accorse di un vero vuoto normativo. Queste storie in genere si sono verificate nelle zone rurali, dove i corrieri postali erano talvolta l’unico metodo di trasporto sicuro ed erano considerati affidabili dalle famiglie. Nonostante quel caloroso appoggio, il servizio postale fece rapidamente sapere che i corrieri non dovevano accettare bambini e la pratica cadde presto in disuso (oltre che regolamentata): il 13 giugno 1920, il Dipartimento emanò un regolamento in cui si affermava che i bambini non potevano essere inviati tramite pacco postale.

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Fonte: Postal Museum

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