Perché l’Islanda è uno dei posti migliori per essere una donna

Da 12 anni il World Economic Forum incorona il piccolo paese nordico nella classifica dei Paesi più attivi verso l’azzeramento del divario di genere

C’è un paese nel nord Europa che è una sorta di Eldorado per quanto riguarda il progressivo abbattimento dei livelli del Gender Gap: parliamo dell’Islanda che da 12 anni consecutivi guida la classifica Global Gender Gap Index stilata dal World Economic Forum. Un report annuale che tiene traccia dell’evoluzione di questa materia in base a 4 rilevatori principali: partecipazione economica e opportunità; livello di istruzione; salute; potenziamento politico. Per chi se lo chiede noi siamo al 63esimo posto su 156 paesi osservati; sono in particolare i settori della politica e delle competenze tecniche quelli che contribuiscono maggiormente al mantenimento di questo divario.

Il gender gap e l’Islanda, una storia di inclusione

A livello globale, come riportato nel rapporto, la pandemia ha alzato nuove barriere rispetto alla costituzione di una società più inclusiva rallentando il percorso verso la parità di genere poiché sono state soprattutto le donne a barcamenarsi per riuscire a mantenere l’equilibrio delle famiglie, spesso con la rinuncia al posto di lavoro. L’Islanda però resta ancora il Paese al quale guardare come ispirazione e forse anche con un po’ di invidia dove si possono contare una Presidente della Repubblica negli anni ’80 e due Prime ministre, una attualmente in carica. Nei board aziendali le donne sono attualmente presenti al 50% e, dal 2018, è legge l’equità salariale.

Un libro celebra le donne islandesi

L’Islanda è anche la terra delle battaglie e delle opportunità femminili come racconta Eliza Reid in un libro dal titolo “I segreti dello Sprakkar: le donne straordinarie islandesi e come stanno cambiando il mondo”. Un viaggio attraverso l’evoluzione della condizione femminile, le battaglie delle Spkaar (donne eccezionali) e i risultati ottenuti come il congedo parentale retribuito, l’assistenza all’infanzia a prezzi accessibili e l’ampio sostegno all’uguaglianza di genere come valore della società senza lesinare critiche dove necessarie. L’autrice a sua volta ha scoperto l’Islanda negli ultimi anni: canadese di nascita e islandese per amore dal 2003 quando, dopo un appuntamento vinto con una lotteria, incontra il futuro marito Guðni Thorlacius Jóhannesson eletto presidente dell’Islanda nel 2016.

Una domanda forse ci si pone ancora: quanti anni ancora ci vorranno prima che il gender gap sia un ricordo? Per il World Economic Forum nel mondo si è compiuto un passo indietro a causa della pandemia con una retrocessione dello -0,6% rispetto al 68% 2020. Questo vuol dire che ci vorranno ancora 135 anni per colmare questo divario.

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Fonti: World Economic Forum

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