Il popolo russo contrario all'invasione scrive "no alla guerra" sui propri vestiti, borse e mascherine per esprimere il loro rifiuto alla violenza
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Mentre il mondo urla “no alla guerra”, il popolo russo viene censurato. Secondo OVD-info, una organizzazione per i diritti umani specializzata nella difesa dei detenuti, da quando l’invasione russa dell’Ucraina è iniziata, oltre 5.900 persone sono state detenute durante le manifestazioni contro la guerra. Nessuna repressione però può zittire il desiderio di pace.
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Senza urla, la voglia di fermare la follia della guerra per le strade della Russia si esprime con il silenzio. I giovani russi manifestano indossando нет войне, ovvero “no alla guerra” sui propri vestiti, mascherine, borse, zaini o bracciali con la speranza di far tacere le armi. Sui social gli hashtag #нетвойне e #тихийпикет (protesta silenziosa) stanno diventando virali.
Solo perché mi è stato proibito di “parlare della guerra” non significa che starò zitta! Fate sapere a tutti quelli che leggeranno cosa ne penso”, scrive in un tweet Loli-NJ
#нетвойне #тихийпикет
Just because I was forbidden to "talk about the war" doesn't mean I will keep quiet about it! Let everyone who reads this know what I think about it. pic.twitter.com/1UgijRjVwN— Loli-NJ (@NJ_Loli) February 25, 2022
Non posso più nascondermi”, scrive @artophrog
Нельзя больше прятаться. pic.twitter.com/sFUHcGvxdt
— Ки̴́̈́̾б̷̨̟̇̄͆ер̵̔жа̵͑̔̈̒̒̋͒̆͝ба ☮️ #НетВойне (@artophrog) February 25, 2022
Come loro, sono tanti i giovani che – nonostante la consapevolezza che persino una pubblicazione sui social potrebbe diventare motivo di persecuzione politica – condividono il desiderio che le ostilità cessino, e protestano indossando messaggi antimilitaristi sotto forma di un “picchetto silenzioso”: seduti in un vagone della metropolitana, su un autobus, su un tram in modo che gli altri passeggeri possano leggere facilmente il testo con la loro voglia di pace.
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Secondo il Movimento Femminista Unito di San Pietroburgo questo è la forma meno rischiosa per protestare contro la guerra in Russia ed è anche un modo per esprimere solidarietà a Daria Serenko, attivista e creatrice del #тихийпикет che ha da poco scontato 15 giorni per un post su Instagram e ad altri attivisti che sono in arresto.
Siamo convinti che lo stato arresti i più attivi di noi, sperando di impedire la protesta, ma lo stato dimentica che è impossibile mettere dietro le sbarre idee e strategie attiviste”, dichiara il movimento.
Una protesta che fa più rumore di qualsiasi urlo. No alla guerra.
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Fonte: OVD-info / Daria Serenko / тихийпикет
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