Fratel Biagio, non ti dimentichiamo: le preziose lezioni di vita (e umanità) che ci ha lasciato “l’angelo dei poveri”

Un anno fa ci lasciava - a soli 59 anni - il missionario Biagio Conte, ma il suo ricordo vive nel cuore dei palermitani e di quanti hanno incrociato il suo sguardo profondo e luminoso e hanno ricevuto il suo aiuto. Noi vogliamo omaggiarlo facendo tesoro dei suoi preziosi insegnamenti

Nel corso della sua vita ha fatto tantissimo per gli altri, ha rinunciato a una vita benestante per donarsi a chi vive ai margini della società. La morte di Fratel Biagio, il missionario laico dal cuore grande stroncato a 59 anni da un tumore al colon, ha lasciato un vuoto enorme nella sua amata Palermo, ma non solo. Da Nord a Sud, tantissimi italiani che lo avevano conosciuto – direttamente o indirettamente – hanno voluto omaggiare, subito dopo la morte, con messaggi di stima e commozione. Ma anche oggi, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, lo riordano con grande affetto e gratitudine. Alla straordinaria esistenza del missionario dagli occhi color cielo è stato di recente dedicato anche il libro dal titolo “Ti posso chiamare fratello?”, scritto a quattro mani dai giornalisti Alessandra Turrisi e Roberto Puglisi (Edizioni San Paolo 2023)

La notizia della morte di uomo straordinario come Fratel Biagio avrebbe dovuto comparire su tutte le prime pagine dei giornali del nostro Paese, eppure così non è stato. Noi abbiamo deciso di dedicargli un articolo in apertura sulla home della nostra testata, ma – come ci segnalano diversi persone – alcuni telegiornali non ne hanno nemmeno accennato, come se ciò tutto ciò che ha fatto nel corso della sua esistenza non avesse importanza, come se fosse un morto di serie B (mentre a vip e personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo vengono riservati interi servizi).

Fratel Biagio non è più fisicamente fra noi, ma continuerà a vivere grazie ai suoi straordinari insegnamenti d’amore e grande umanità, che noi vogliamo ricordare.

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Dall’amore per gli ultimi al rispetto dell’ambiente: le lezioni di vita che ci ha lasciato Fratel Biagio

L’angelo dei poveri: così veniva chiamato spesso a Palermo Biagio Conte. E in effetti lo è stato davvero. Come San Francesco, si è spogliato di tutto ciò che aveva per aiutare gli altri: era questa la sua fonte di felicità. Nato nel 1963 a Palermo, decide di allontanarsi dalla sua ricca famiglia nel 1983. Qualche anno dopo si ritira nelle montagne dell’entroterra siciliano e dopo un pellegrinaggio a Piedi fino ad Assisi, torna a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario. Tuttavia lo stato di miseria in cui trova la sua città natale lo porta a cambiare idea e a restare lì.

Proprio nel capoluogo siciliano fonda la Missione Speranza e Carità per accogliere poveri, alcolisti, senzatetto, giovani allo sbando, ex detenuti, profughi e prostitute. “In Missione ci chiamiamo tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione – diceva Fratel Biagio – Finchè avrò forza continuerò a donarmi a costo della vita. Sento nel cuore che il bene prima o poi vincerà sul male.

Il missionario, dagli occhi color cielo e il sorriso gentile e accogliente, non si è limitato al mero assistenzialismo, offrendo un pasto caldo e vestiti. Ha ha dar loro un’occasione di riscatto. Ha aiutato centinaia di persone a risollevarsi, riacquistare autostima e acquisire competenze, attraverso la formazione, laboratori di sartoria, cucina e la coltivazione della terra.

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In diverse occasioni Fratel Biagio si è scagliato contro l’indifferenza, un’arma silenziosa in grado di uccidere lentamente.

“Rivolgo un grido disperato ma di speranza all’intera società, non possiamo rimanere inermi spettatori davanti alle tante difficoltà, sofferenze ed emarginazione” diceva.

Ci ha insegnato che se vogliamo costruire una società più giusta e felice ognuno deve fare la propria parte, alzando la voce quando serve e a denunciare ciò che non va. Per accendere i riflettori sulle ingiustizie più volte ha portato avanti scioperi della fame.

Biagio Conte è stato anche un grande paladino degli animali vittime di maltrattamenti. Per anni, infatti, si è battuto con determinazione per garantire una vita migliore ai cani del canile di Palermo, diventando protagonista anche di una protesta sui tetti della struttura in cui gli animali venivano lasciati a sbranarsi fra di loro.

Ma non solo. Fratel Biagio aveva a cuore il futuro del nostro Pianeta e riponeva tantissima fiducia nelle giovani generazioni.

Amati e preziosi giovani del Fridays For Future siete il futuro e la speranza, chi dovrà migliorare questo mondo siete voi. – con questa parole si era rivolto  agli attivisti del movimento per il clima lo scorso settembre.  Ma è doveroso che noi adulti vi diamo una mano, un aiuto, anche se siamo responsabili di avervi consegnato un mondo corrotto, pieno di materialismo e di consumismo e di tecnologia usata male che purtroppo non rispetta il buon Dio e tutto l’ambiente che ci sta attorno. E così tristemente si continua ancora oggi a maltrattarlo e ad inquinarlo.

Un altro grande insegnamento che ci ha consegnato Fratel Biagio è l’invito a sperare.

“Coraggio, non perdiamo la speranza di un mondo migliore” amava dire. Perché è vero il nostro mondo va a rotoli per tanti motivi, ma spesso il male fa più rumore del bene. Ma non per questo significa che non esista, anzi.

Caro Fratel Biagio, grazie per averci ricordato che dobbiamo continuare a restare umani, nonostante tutto.

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Fonte: Missione Speranza e Carità 

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